Un nuovo studio sui tumori apre nuove prospettive che potrebbero proteggere contro il cancro nel tempo, come un vaccino. Gli studiosi hanno identificato e tracciato alcune cellule che potrebbero essere programmate per "tenere a distanza" il cancro per molti anni. Le cosiddette "memory stem T cells" rimarrebbe a controllare il corpo alla ricerca di cellule tumorali. Una volta incontrate, le riconoscerebbero e le attaccherebbero. I risultati della ricerca sono stati presentati al meeting annuale dell'American Association for the Advancement of Science (AAAS) a Washington DC.
Un impegno, quello della ricerca, anche italiani, la professoressa Chiara Bonini, del San Raffaele di Milano ha sottolineato: "Le T-cells sono una medicina vivente e sono capaci di rimanere nel nostro corpo per tutta la vita. Immaginate traslare questa capacità dal punto di vista dell'immunoterapia, cellule che si ricordano del cancro e sono pronte quando ritorna".
Per un impiego del genere, queste cellule "devono essere innescate da una modificazione genetica per attaccare l'obiettivo tumorale – continua Bonini- ma il primo obiettivo è indentificare e isolare le cellule che hanno questa abilità". Il team di Bonini ha studiato 10 pazienti affetti da cancro che hanno subito il trapianto di midollo osseo e a cui erano state iniettate delle T-Cells, in modo che fossero identificabili: dopo 14 anni una piccola parte di quelle cellule erano ancora in circolazione nel sangue dei pazienti.
L'immunologo britannico Daniel Davis, dell'università di Manchester, ha commentato lo studio: "Si pensa che queste T-cell, identificate per la prima volta nel 2011, abbiamo importanti funzione a lungo termine con l'implicazione che iniettare una versione geneticamente modificata di queste particolari cellule potrebbe dare risultati a lungo termine dal punto di vista immunologico. L'immunoterapia ha grande potenziale per rivoluzionare la cura al cancro e questo studio mostra come queste cellule siano utilizzabili e manipolapibili per una protezione di lunga durata"