Caso Almasri, Camera nega autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano

Caso Almasri, Camera nega autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano
I ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano (dx) nell’aula della Camera dei deputati durante la discussione sull’autorizzazione a procedere in giudizio nei loro confronti in relazione al caso Almasri (Foto LaPresse/Roberto Monaldo)

In Aula anche la premier Meloni, che ha votato

L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione per negare l’autorizzazione a procedere, richiesta dal Tribunale dei ministri sul caso Almasri, nei confronti del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano. L’assemblea di Montecitorio si è espressa mediante tre distinti voti segreti raggiungendo in ciascuno di essi la prescritta maggioranza assoluta.

Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni era nell’Aula della Camera, dove ha partecipato al voto sulla domanda di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario Alfredo Mantovano sul caso Almasri. Subito dopo la premier ha lasciato l’aula di Montecitorio.

Banchi governo quasi al completo per voto Aula

Banchi del governo quasi al completo alla Camera per il voto dell’Aula sulla domanda di autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, e del sottosegretario Alfredo Mantovano sul caso Almasri. Oltre alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai componenti del governo direttamente interessati, ci sono tra gli altri i ministri Antonio Tajani, Giancarlo Giorgetti, Luca Ciriani, Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani.

Maggioranza esulta. M5S: “Meloni in Aula solo per salvare ministri”

Un lungo scroscio di applausi dai banchi della maggioranza ha accolto le votazioni con cui l’Aula della Camera ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti dei ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano sul caso Almasri.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivata in Aula nel corso dell’ultima dichiarazione per partecipare al voto, prende posto tra i banchi del governo. Durante i ringraziamenti del relatore di maggioranza Pietro Pittalis alla Giunta per le autorizzazioni della Camera, la premier rimane a braccia conserte. Un timido applauso solo da parte del ministro Piantedosi. Il briciolo di tensione sul volto della presidente del Consiglio si scioglie in un sorriso di soddisfazione solo dopo il primo voto sul ministro Nordio. Che le stringe la mano con vigore qualche istante dopo il verdetto dell’Aula. Ma la gioia tra i banchi del governo è piena solo al termine delle tre votazioni, quando Meloni si alza sorridente. Lasciando i banchi del governo, poggia una mano sulla spalla del Guardasigilli, poi saluta con un cenno il suo gruppo.

Caso Almasri, Camera nega autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi festeggiano nell’aula della Camera dei deputati dopo il voto sull’autorizzazione a procedere in giudizio in relazione al caso Almasri (Foto Roberto Monaldo/LaPresse)

Tra gli applausi, sono molti i deputati di maggioranza che raggiungono i banchi del governo per congratularsi con i ministri Nordio e Piantedosi. Ma un’intervento di fine seduta fa salire la tensione. A parlare è il capogruppo del M5S Riccardo Ricciardi, che chiede alla presidente del Consiglio, ormai fuori dall’emiciclo, “di tornare in Aula non solo per salvare i suoi ministri da un processo per aver rimpatriato con soldi pubblici uno stupratore, ma di venire in Aula a parlare di cose vere e importanti che servono al Paese”. Le grida di protesta dei deputati della maggioranza accompagnano la fine dell’intervento del pentastellato. Che conclude: “La premier non è venuta qui per parlare di un genocidio. Non è venuta per parlare del trattamento subito dai nostri concittadini italiani sulla Flotilla, sulla situazione dei dazi. Non è venuta mai. È venuta per salvare i suoi ministri dal processo”.

Nordio: “Tribunale ministri ha fatto strazio del diritto

“Da modesto giurista lo strazio che il Tribunale dei ministri ha fatto delle norme più elementari del diritto è tale da stupirsi che non gli siano schizzati i codici dalle mani, ammesso che li abbiano consultati”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio subito dopo il voto che nell’Aula della Camera ha negato l’autorizzazione a procedere per il caso al Almasri. “Sono soddisfatto per l’esito del voto perché è andato anche oltre, numericamente, a quella che era l’aspettativa della maggioranza parlamentare, il che significa che anche da parte di alcuni delle opposizioni vi è una riluttanza ad affidare alle Procure della Repubblica delle competenze che dovrebbero essere squisitamente politiche”.

Legale vittima: “Pronto a ricorrere a Consulta”

“Il voto di maggioranza odierno calpesta la Costituzione e la legalità internazionale. Nel nostro ordinamento costituzionale non esistono e non possono esistere zone franche o zone d’impunità per chi riveste cariche di governo. Insieme al collega Antonello Ciervo chiederemo al Tribunale dei Ministri di sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato innanzi la Corte Costituzionale per ristabilire il principio previsto dalla nostra Carta Fondamentale secondo cui spetta all’autorità giudiziaria il potere di applicare la legge e garantire cosi la celebrazione del processo nei confronti di Nordio, Piantedosi e Mantovano. Biel Rouei Lam Magok, una delle innumerevoli vittime delle torture commesse dal criminale Almasri nei lager libici, è persona danneggiata dal reato nel procedimento innanzi il Tribunale dei Ministri in cui sono indagati i ministri Nordio, Piantedosi ed il sottosegretario Mantovano. A gennaio scorso i due ministri, il sottosegretario e la Presidente Meloni (lo ha rivendicato lei in più occasioni) hanno deciso di sottrarre il torturatore Almasri alla consegna ed al processo davanti la Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e contro l’umanità e lo hanno rimandato in Libia con un volo di Stato. I fatti sono incontestabili e le azioni da loro commesse per riportare Almasri in Libia costituiscono secondo il tribunale dei ministri i reati di omissione di atti di ufficio, favoreggiamento e peculato”. Così l’avvocato Francesco Romeo, legale che rappresenta Lam Magok Biel Ruei, testimone e vittima delle torture del generale libico Usama al-Mari Nagim, conosciuto come Almasri.

Il caso Almasri – Le tappe della vicenda

Caso Almasri, Camera nega autorizzazione a procedere per Nordio, Piantedosi e Mantovano

L’autorizzazione a procedere era stata chiesta a seguito della vicenda che ha visto al centro Osama Almasri, generale libico, al vertice della Polizia giudiziaria.

  • Il caso ha avuto inizio lo scorso 6 gennaio, quando il capo della polizia giudiziaria libica ha iniziato il suo viaggio per l’Europa, volando da Tripoli a Londra e facendo scalo all’aeroporto di Roma-Fiumicino.
  • Dopo sette giorni a Londra, il 13 gennaio Almasri si è trasferito a Bruxelles in treno per poi proseguire per la Germania, viaggiando in auto con un amico.
  • Durante il suo tragitto verso Monaco, il 16 gennaio, è stato fermato dalla polizia per un controllo di routine e gli agenti lo hanno lasciato proseguire. Infine è arrivato a Torino in auto, per assistere a una partita di calcio.
  • Sabato 18 gennaio, la Corte penale internazionale ha spiccato un mandato d’arresto per l’uomo, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella  prigione di Mittiga, vicino Tripoli.  
  • Domenica 19 gennaio Almasri viene fermato e messo in carcere dalla polizia italiana 
  • Il 21 gennaio  viene rilasciato su disposizione della Corte d’Appello a causa di un errore procedurale: si è trattato di un arresto irrituale, perché la Corte penale internazionale non aveva trasmesso gli atti al ministro della Giustizia Nordio. Viene disposta l’immediata scarcerazione. Poco dopo il suo rilascio, lo stesso giorno, Almasri viene rimpatriato dall’Italia su un volo di Stato.
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