Sono stati emessi 24 avvisi di garanzia per l’inchiesta ‘Affidopoli’. Tra questi spicca il nome dell’europarlamentare Pd e candidato alla guida della Regione Marche, Matteo Ricci, l’ex capo di gabinetto del Comune di Pesaro, Franco Arceci, e l’ex direttore della Fondazione Pescheria. Compaiono poi nomi dell’imprenditoria non solo pesarese, dirigenti, collaboratori e funzionari pubblici.
Le indagini sono state condotte dalla Procura di Pesaro (procuratore Marco Mescolini e sostituito procuratore Maria Letizia Fucci) e condotte dalla squadra mobile della Polizia di Pesaro e dalla Guardia di finanza di Pesaro. LaPresse apprende che il 30 luglio sarà sentito Ricci mentre il 31 Arceci.
Il 30 luglio Ricci sarà sentito dagli inquirenti
Il 30 luglio Matteo Ricci sarà sentito in merito all’avviso di garanzia ricevuto ieri nell’ambito dell’inchiesta ‘Affidopoli’. Mentre il 31 luglio sarà il turno dell’ex capo di Gabinetto Arceci. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Pesaro (procuratore Marco Mescolini e dal sostituito procuratore Maria Letizia Fucci) e dalla squadra mobile della Polizia di Pesaro e dalla Guardia di finanza di Pesaro.
Saltamartini (Lega): “Presunzione innocenza fino a sentenza”
“Penso che la valutazione di un amministratore che viene raggiunto da un avviso di garanzia sia soggettiva, nel senso che deve tener conto dell’impatto che l’indagine e la magistratura hanno sulle sue attività e soprattutto conosce perfettamente il contenuto degli atti a cui la magistratura si riferisce e per i quali si indaga. Ritengo che come avviene in ogni Stato di diritto che c’è una presunzione di non colpevolezza per ciascuno fino a sentenza definitiva. Però, devo anche aggiungere, che nel momento in cui sono state avviate delle indagini da tempo era evidente che ci potesse essere un coinvolgimento del vertice dell’amministrazione, sia come testimone, come in questo caso come indagato”. Il vice presidente della Regione Marche, Filippo Saltamartini (Lega), interviene così sul caso ‘Affidopoli’ e i 24 avvisi di garanzia tra cui quello all’eurodeputato e candidato alla guida della Regione marche, Matteo Ricci (Pd).
L’assessore regionale prosegue: “Quindi era possibile in precedenza chiedere di essere sentito dall’autorità giudiziaria. Il fatto che si sia sottratto anche alla Commissione comunale che chiedeva spiegazioni mi pare che non sia un atteggiamento molto coerente con l’affermata trasparenza dell’amministrazione”.
Saltamartini ha poi specificato: “La questione penale spetta ai giudici penali quindi, ripeto, c’è una piena e integrale presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva. L’avviso di garanzia è un avviso che si sta indagando contro di te. La giustizia predispone mezzi difensivi. Tuttavia c’è un sistema di governo amministrativo che dura da 50 anni a Pesaro e deriva dal fatto che non c’è stata mai alternanza la democrazia – ha concluso -. Predispone un meccanismo per cui l’alternanza sta a significare anche una buona amministrazione quindi probabilmente sarebbe opportuno che le amministrazioni avessero un’alternanza e non una continuità”.
Il Pd: “Pronti a fare campagna elettorale al fianco di Ricci”
“Abbiamo sentito Matteo Ricci, che si è già dichiarato totalmente estraneo ai fatti contestati. Naturalmente abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura e speriamo che questa vicenda venga chiarita al più presto. Siamo fiduciosi che andrà avanti come candidato presidente nelle Marche e il PD è pronto a fare al suo fianco la campagna elettorale”. Così Igor Taruffi, responsabile Organizzazione nella segreteria nazionale Pd.