C’è attesa per il Consiglio comunale di oggi, 21 luglio, a Milano. A Palazzo Marino alle 16.30, in apertura di seduta, prenderà la parola il sindaco Beppe Sala, mentre infuria la bufera legata all’inchiesta sull’urbanistica. Sala è indagato nel nuovo filone dell’inchiesta sull’urbanistica della Procura di Milano che, tra le misure cautelari, ha anche chiesto i domiciliari per l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. La seduta convocata per le 16.30 si aprirà con il discorso del primo cittadino, che scioglierà la riserva sul futuro del suo mandato che scadrà nel 2027. Per Sala questo è stato un weekend di riflessione: l’incontro di ieri sera con una delegazione del Pd metropolitano – definito dai dem ‘positivo’ e come un’occasione di ‘ripartire’ – sembrerebbe aver allontanato l’ombra delle dimissioni. Soltanto questo pomeriggio, tuttavia, quando il sindaco prenderà la parola, si conoscerà la sua decisione: andare a elezioni anticipate oppure presentare un programma di rilancio per gli ultimi due anni di amministrazione. È ormai dato per certo, invece, il passo indietro di Tancredi, che potrebbe ufficializzarlo in Aula subito dopo il discorso di Sala. La seduta di oggi pomeriggio si preannuncia molto affollata, con le troupe televisive appostate davanti alla sede del Comune già da stamattina. In ballo c’è anche il destino della delibera sulla vendita ai club dello stadio di San Siro e delle aree circostanti, che il sindaco avrebbe voluto approvare entro luglio e che invece probabilmente slitterà a settembre. Secondo l’ordine dei lavori, dopo le comunicazioni della giunta sono previste due ore di dibattito con gli interventi dei consiglieri. Una protesta in concomitanza è invece stata annunciata dai movimenti Cambiare Rotta e Potere al Popolo.
“Il giudizio della Lega sulla giunta di Milano guidata da Giuseppe Sala è pessimo e non per le inchieste giudiziarie che stanno travolgendo Palazzo Marino. Nell’attesa che la magistratura faccia il proprio corso, la città è diventata una boutique su misura per milionari, sempre più insicura, sfiduciata e paralizzata, incapace di trattenere giovani, precari o ceto medio. Il centrosinistra ha gravemente fallito e dovrebbe consentire ai milanesi di tornare al voto”. Così una nota della Lega.
“Noi di Forza Italia, da Tajani in giù, il garantismo lo pratichiamo sempre, non solo quando conviene. La sinistra oggi riscopre questo principio, dopo anni di campagne contro Silvio Berlusconi e contro il governatore Fontana. Una folgorazione sulla via di Damasco, evidentemente. A questo punto ci auguriamo che duri.” Lo dichiara Gianluca Comazzi, Consigliere comunale e assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi, intervenendo dall’aula del Consiglio comunale in merito all’inchiesta urbanistica che coinvolge il Comune di Milano. “Il confronto – prosegue – deve restare sul piano politico. Non vogliamo vincere le elezioni con le inchieste, ma con un modello di città diverso, capace di segnare un cambio di passo in ambito di sicurezza, mobilità, case popolari, rigenerazione urbana. Mentre la sinistra blocca, noi vogliamo far ripartire Milano. Questa è una città che sta espellendo il ceto medio. I giovani, le famiglie, non riescono più a viverci. Il problema non è che si è costruito troppo, bensì che lo si è fatto troppo poco: Milano ha l’indice edificatorio più basso d’Europa. Eppure si continua a frenare ogni intervento, salvo poi lamentare la mancanza di alloggi. Il 54% dello sviluppo immobiliare della Lombardia si concentra su Milano. Fermarlo per ideologia significa far scappare investitori e opportunità. I grandi progetti devono andare avanti. La rigenerazione urbana non può essere strangolata dal sospetto. Per ultimo, voglio esprimere solidarietà umana all’assessore Tancredi. Chi ha sbagliato risponderà, ma chi ha governato male va battuto politicamente, alle urne. E al sindaco chiediamo: ha ancora la forza per governare questa città? Milano ha bisogno di risposte operative, non di propaganda né di alibi”.
“La vicenda giudiziaria ci interessa fino a un certo punto. Qui ad emergere è una visione di città mirata a scacciare il ceto medio e le persone più povere. A Milano un operaio può permettersi 19 mq di casa e un impiegato 25. Questi sono fatti che noi abbiamo denunciato anche con il Salva-Milano e che vengono già da lontano. La nostra visione di città è diametralmente opposta”. Così a Radio Cusano Campus, Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
“Sulla vicenda giudiziaria che coinvolge Milano, è giusto che la magistratura faccia piena chiarezza. Siamo convinti che il sindaco Sala potrà chiarire la sua posizione, ma una cosa è evidente: serve una profonda revisione delle politiche urbanistiche. La realizzazione di un nuovo stadio non rappresenta una priorità. La vera urgenza è la riqualificazione delle periferie, dal punto di vista sociale e ambientale, in una città dove, oggi, per i ceti medi affittare o acquistare una casa è diventato praticamente impossibile”. Così Angelo Bonelli in una dichiarazione dopo l’intervento del sindaco Beppe Sala in consiglio comunale a Milano.

Tensione fuori da Palazzo Marino, sede del Consiglio comunale di Milano, dove alcuni manifestanti che volevano entrare in Consiglio comunale sono stati bloccati dalla polizia in assetto antisommossa. Durante l’intervento del sindaco Beppe Sala, che ha annunciato l’intenzione di non dimettersi in seguito all’indagine sull’urbanistica che lo vede coinvolto, e anche al termine, alcune decine di esponenti di Cambiare Rotta, Potere al Popolo, Cub e Rifondazione comunista hanno cercato di forzare il cordone dei poliziotti che presidiavano il palazzo, venendo respinti dagli agenti con gli scudi. Dopo un piccolo contatto, i manifestanti sono tornati a protestare in piazza Scala per chiedere le dimissioni del sindaco e della sua giunta.
“Diciamo da anni che Milano è in mano agli speculatori. Ci aspettavamo non un discorso autoassolutorio con la scappatoia delle dimissioni di Tancredi, ma una presa di coscienza che c’è un problema sociale del ceto medio e delle aree più fragili. E invece ci sentiamo dire che va bene così e che ci sono solo alcune cose da sistemare…”. Lo ha detto Dario Violi, coordinatore del M5s in Lombardia, a margine delle comunicazioni del sindaco Beppe Sala al Consiglio comunale di Milano. “La nostra richiesta è cambiare rotta e parlare soprattutto alle persone più in difficoltà. Chiediamo una visione diversa della città, indipendentemente dal giudizio delle aule giudiziarie: che il pubblico faccia il pubblico, che sia garante dei più deboli. Ci aspettiamo un cambio di passo”, ha aggiunto Violi.
“Dal sindaco Beppe Sala un discorso bello e sincero. Ora si dovrà andare avanti con grande combattività, unità ed energia”. Lo dichiara Pierfrancesco Majorino, capogruppo Pd in Consiglio regionale e componente della segreteria nazionale dem.
“Sala? Io sono garantista, siamo sempre stati garantisti. Al di là del giudizio sull’amministrazione comunale di Milano, che è un giudizio negativo, però riteniamo che non sia la magistratura a decidere quando cessa una amministrazione”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti fuori da Palazzo Chigi. “Quindi io credo che Sala non debba dimettersi perché ha avuto un avviso di garanzia. Il problema è come viene amministrata la città di Milano – ha sottolineato il segretario di FI -, ma non possiamo neanche permettere che a causa di inchieste giudiziarie si fermi la crescita in una città come Milano, che è la capitale economica del nostro paese, perché sono troppe inchieste giudiziarie che poi paralizzano l’attività amministrativa. La giustizia deve fare il suo corso, nessuno la vuole fermare, però bisogna anche stare molto attenti, si continua a dare troppa pubblicità a tutto e si rischia anche di infrangere il principio della presunzione di innocenza di una persona o più persone. Uno non è colpevole fino a quando non viene condannato in terzo grado”, ha concluso il vicepremier.
“Ho voluto ascoltare in presa diretta, assistendo al Consiglio comunale, l’intervento del primo cittadino Giuseppe Sala. Abbiamo assistito ad una difesa esclusivamente giuridica del suo operato, senza che proferisse una sola parola di verità sui nodi e sulle responsabilità, tutte politiche, che riguardano le scelte amministrative passate e future. Tra un faremo e l’altro, il sindaco sembra avere dimenticato che lui e la sua maggioranza governano Milano da un decennio e che, trascorso questo tempo, non basta un impegno generico e qualche buon proposito; serviva, piuttosto, una valutazione obiettiva sui risultati e sull’operato di un’amministrazione che ha perso di vista temi cruciali per la tenuta sociale ed economica della città”. Così Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia e presidente della Commissione Affari esteri e difesa a Palazzo Madama.
“Quando l’Associazione Nazionale Magistrati interviene criticamente su un provvedimento adottato dal Governo o dal Parlamento, è solita dire che esercita legittimamente il proprio diritto di espressione, che rappresenta un elemento fondamentale della dialettica democratica. Sarebbe auspicabile che lo stesso principio e lo stesso diritto venisse riconosciuto anche ai cittadini, financo agli esponenti politici che, a titolo personale, esprimono valutazioni su fatti di attualità, anche se attraverso i toni forti e diretti di un tweet”. Lo scrive su X il ministro della Difesa Guido Crosetto.
“Sono ben consapevole della distinzione tra diritto e giurisprudenza. Ritengo tuttavia importante – aggiunge Crosetto – ribadire che l’evoluzione interpretativa non si può discostare dai principi fondamentali sanciti dall’ordinamento o addirittura dalla Costituzione. In questo senso, confesso di essere rimasto sorpreso dalla possibilità che l’applicazione del principio costituzionale della presunzione di innocenza possa condurre, come accaduto recentemente a Milano, a ipotesi di reato come il falso ideologico nei confronti di un Sindaco”.
“Ciò detto – prosegue il ministro della Difesa – vorrei anche specificare che il contenuto del mio tweet non si riferiva se non marginalmente all’inchiesta milanese in ambito urbanistico, ma nasceva da una riflessione più ampia. In particolare, aveva destato la mia attenzione la crescente frequenza di provvedimenti che avevano ed hanno portato addirittura al commissariamento di società operanti in ambiti molto diversi – dalla grande distribuzione alla sicurezza privata, fino ai settori della moda e del lusso – sulla base di fattispecie giuridiche che mi sono apparse, in alcuni casi, totalmente incomprensibili e, se vogliamo usare un eufemismo, almeno meritevoli di approfondimento ed attenzione. Come quando un magistrato ha deciso che il contratto collettivo nazionale secondo lui non era adeguato o che spetta all’azienda il controllo non solo dei propri dipendenti ma anche di un subfornitore di un subfornitore di un fornitore. Principio che se applicato penso metterebbe in difficoltà gli stessi tribunali. Perché nessuno è in grado di poter controllare le catene di fornitura fino al quarto grado. Il corretto esercizio dei poteri, soprattutto quando rilevanti e incisivi, richiede sempre un equilibrio tra efficacia dell’azione e rispetto delle garanzie. Pertanto, pur riconoscendo l’importanza e la delicatezza del ruolo di chi esercita funzioni giudiziarie, ritengo tuttavia che l’equilibrio tra poteri – così centrale in ogni democrazia – imponga a tutti, indistintamente, un uso rigoroso e proporzionato delle prerogative di cui si dispone”, conclude Crosetto.
“Un Paese civile è un Paese in cui le sentenze si fanno nelle aule giudiziarie e il garantismo si applica a tutti, avversari e amici. Noi siamo dalla parte della giustizia, non del giustizialismo. Per questo diciamo a Beppe Sala: vai avanti”. Così in una nota nota il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
“Nel programma di Beppe Sala Sindaco del 2021 si leggeva ‘Incorruttibili, capaci e indipendenti. Lo saremo perché lo siamo sempre stati’. A distanza di qualche anno sono parole tragicomiche che la dicono lunga sulla sinistra inconcludente e arrogante. Oggi il Sindaco, in versione attack alla poltrona, ha voluto imporre a Milano una lenta agonia. Noi volevamo un passo indietro perché ormai i disastri di questa giunta si moltiplicano giorno dopo giorno. Invece per i prossimi due anni l’amministrazione continuerà a vivacchiare costringendo Milano a rimanere ferma tra degrado, insicurezza e qualche follia green. Hanno deciso di dare il benservito all’assessore Tancredi, fortemente voluto da Sala in quell’assessorato, che è stato usato come capro espiatorio e pensano di chiuderla così, con tanti saluti ai cittadini che sono schifati dal loro modo di (non) amministrare la città. Di certo oltre allo scandalo giudiziario cosa rimarrà dell’esperienza Sala? Qualche pista ciclabile, le orrende piazze tattiche, il divieto di fumo, qualche regalo ai centri sociali, le strutture sportive abbandonate. Vedremo cosa farà la maggioranza nei prossimi mesi visto che i mal di pancia e le critiche aumentano sempre di più”. Così Silvia Sardone, vice segretario della Lega e consigliere comunale, commentando le comunicazioni del Sindaco Beppe Sala.
“A una parte dell’opposizione, non a tutta, voglio dire che se vi abbandonate a gesti plateali e a schiamazzi d’aula per avere una foto in cronaca locale potete raggiungere il vostro scopo, non c’è dubbio. Se lo fate nella speranza di destabilizzarmi non c’è altrettanto dubbio che non avete alcuna possibilità. Nella mia vita ho affrontato problemi cento volte più gravi, cose del genere non producono nessun effetto su di me”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, nel suo intervento in Consiglio comunale in cui ha sottolineato che “certa politica, oltre ad assumere comportamenti sgraziati e fin maleducati, sta commettendo un grande errore”.
“Oltre che amareggiato per questa inchiesta e per il lavoro che non potrò portare a termine, sono sconfortato e molto deluso per quella che in questi giorni è stata la posizione espressa da alcune forze di maggioranza di questa città. Mi riferisco al fatto che ci si è limitati sostanzialmente a chiedere le mie dimissioni, senza avere contezza di quanto sia realmente accaduto, al di là delle ricostruzioni mediatiche, e senza – tantomeno – che sia intervenuta alcuna pronuncia di condanna”. Lo ha detto in Consiglio comunale l’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, dopo aver annunciato le sue dimissioni. “Quindi, con buona pace del principio di garantismo civile e democratico, l’unico principio è mettere da parte chi ora costituisce un peso ingombrante, offrire un sacrificio a chi chiede quei cambiamenti cui in realtà con il nuovo Piano di governo del Territorio stavo già lavorando”, ha osservato Tancredi. “Sarà interessante vedere, tolto di mezzo l’assessore alla partita caduto in disgrazia, e ancora in assenza di quella legge nazionale di riforma organica complessiva di cui ho sempre auspicato la definizione e l’approvazione, come cambierà ‘l’urbanistica di Milano’, se mai abbia un senso questa definizione”, ha concluso.
“Ci fa paura la verticalizzazione di Milano? Penso sia sbagliato averne paura. Come possiamo guadagnare più spazio per la socialità, per il verde, per la rivitalizzazione della città se non delegando alla verticalità funzioni dell’abitare e del lavoro di cui questa città, per fortuna, continua ad avere tanto bisogno?”. Così il sindaco di Milano, Beppe Sala, nel suo intervento in Consiglio comunale.
“Spesso si dice e si scrive che l’azione amministrativa di questa sindacatura abbia lasciato troppo spazio a interessi immobiliari privati. La vicenda del Pirellino vi racconta che il nostro orientamento è un altro”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, nelle sue dichiarazioni in Consiglio comunale. “Io sono qui a ribadire il fatto che mai nulla è stato risparmiato per equilibrare il tema dello sviluppo economico con la crescita di servizi pubblici che hanno l’obiettivo di aiutare le persone che hanno visto accentuarsi le loro difficoltà finanziarie, abitative e sociali”, ha aggiunto Sala.
“Guardiamo al compito che ci siamo assunti verso Milano nel momento in cui siamo stati eletti (due volte). Noi, nessun altro, abbiamo il dovere di mantenere gli impegni assunti nei confronti degli elettori e delle elettrici. Semplicemente questo: far crescere Milano su una strada che tenga insieme le ragioni dello sviluppo e del sostegno a chi fa fatica. Questo è il senso della nostra politica”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, rivolgendosi alle consigliere e ai consiglieri della maggioranza che sostengono la sua amministrazione. “Noi dobbiamo essere consapevoli e anche orgogliosi del nostro percorso”, ha aggiunto Sala.
“Dobbiamo, da settembre, riavviare il percorso consiliare relativo allo stadio, con l’obiettivo di rispettare i tempi che il progetto richiede”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, nelle sue comunicazioni al Consiglio comunale.
“La giustizia e la politica devono occuparsi di ambiti diversi, nel totale e reciproco rispetto”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, nelle sue comunicazioni al Consiglio comunale. Non intendo dare giudizi sull’operato della magistratura ma non posso evitare di raccontarla mia versione, non posso esimermi nel rilevare un comportamento ricorrente in questo paese che ritengo sbagliato. Chiedo a voi colleghi politici, sta bene a chi governa o a chi ambisce a governare la città o il Pese che indagini riservate diventino pubbliche? Ricordo a chi approfitta politicamente di situazioni come questa, oggi a me domani a te”, ha detto Sala nel suo intervento.
“Se su queste basi la maggioranza che mi sostiene c’è, e c’è coraggiosamente, io ci sono con tutta la passione, voglia e amore per questa città di cui sono capace”. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala in Consiglio comunale citando alcuni impegni come il piano straordinario per la casa e lo Stadio di San Siro.
“Ho pensato seriamente alla possibilità di non andare avanti. Sono 16 anni che ho dato tutto quello che ho a Milano. Non è per mia soddisfazione personale o ambizione. Oggi sono più che mai motivato a proseguire nel mio incarico”. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala nelle sue comunicazioni al Consiglio comunale.
“Ho rassegnato le mie dimissioni dall’incarico di assessore” alla Rigenerazione urbana del Comune di Milano. Lo ha annunciato l’assessore Giancarlo Tancredi, prendendo la parola in Consiglio comunale dopo l’intervento del sindaco Beppe Sala. “È un’esperienza che chiudo in modo infelice”, ma “la mia coscienza è pulita”, ha detto Tancredi.
“Il mio coinvolgimento nelle indagini è fonte di grandissima sofferenza”. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala nelle sue comunicazioni al Consiglio comunale, dopo gli sviluppi dell’inchiesta sull’urbanistica che lo vedono coinvolto.
“Al consigliere Marcora che ha ritenuto di avere un momento di fama” pubblicando “la mia foto da galeotto vorrei dire che ho segnalato il suo gesto ai vertici del suo partito, al presidente del Consiglio e al presidente del Senato”. Lo ha detto in Consiglio comunale il sindaco Beppe Sala. “È una minaccia?”, ha replicato il consigliere FdI.
“Tutto ciò che ho fatto nell’arco delle due sindacature si è sempre ed esclusivamente basato su ciò che ho ritenuto essere nell’interesse dei cittadini e delle cittadine. Non esiste una singola azione che possa essere attribuita al mio personale vantaggio. Le mie mani sono pulite”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, aprendo le sue comunicazioni al Consiglio comunale.
“Sono qui con voi in un momento delicato, con il destino di tante persone che hanno creduto in questa avventura politica. Sono giorni confusi in cui tutto sembra diventare oscuro, le certezze sembrano vacillare e spesso pare che le fisionomie più note sembrano confondersi”, ha aggiunto Sala.
Il sindaco di Milano Beppe Sala è arrivato nell’Aula di Palazzo Marino per le comunicazioni al Consiglio comunale dopo gli sviluppi dell’inchiesta sull’urbanistica che lo vedono coinvolto. Presente anche l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, per il quale la Procura chiede gli arresti domiciliari e che va verso le dimissioni. L’assessore è stato accolto con abbracci e strette di mano dagli altri colleghi della giunta. Presenti in Aula, tra il pubblico, esponenti dem come Pietro Bussolati e Simona Malpezzi, Alessandro Capelli, Silvia Roggiani, oltre a Ivan Scalfarotto di Italia Viva. Per permettere a più cittadini in fila per seguire l’assemblea, è stato aperto uno streaming in Sala Brigida.

Prima dell’inizio della seduta del Consiglio comunale, è in atto davanti a Palazzo Marino la protesta che era stata annunciata dai movimenti Cambiare Rotta e Potere al Popolo.
“Dimissioni giunta Sala” è la scritta in rosso che campeggia sullo striscione esposto dai manifestanti di Potere al Popolo davanti a Palazzo Marino, dove tra poco si aprirà la seduta del Consiglio comunale in cui il sindaco di Milano annuncerà se, dopo le indagini sull’urbanistica che lo vedono coinvolto, intende dimettersi o proseguire nel suo mandato che scadrà nel 2027. “L’unica salvezza per Milano è la città pubblica”, si legge ancora sullo striscione esposto in piazza Scala. La protesta è promossa anche da Cambiare Rotta e Rifondazione comunista: circa trenta al momento i partecipanti che urlano slogan contro il sindaco. Nel mirino anche l’archistar Stefano Boeri. “No ai bulli del mattone. San Siro bene comune”, si legge in un altro cartello.
“E’ necessaria una svolta in netta discontinuità: il punto oggi non è quello della modernità. Anche noi siamo consapevoli che serve una modernizzazione delle città, ma che metta al centro la questione ambientale e sociale. Se in una città il tema è far crescere dove non c’era nulla – parafrasando la famosa canzone di Celentano – per poi far nascere dei grattacieli, allora siamo di fronte a un problema che abbiamo sempre posto a Beppe Sala con chiarezza, senza infingimenti. Il punto è che la città di Milano ha bisogno di una svolta: la priorità non è certamente la vendita dello stadio di San Siro per demolirlo e costruire un’operazione immobiliare che snatura ulteriormente l’identità urbana”. Così Angelo Bonelli, ospite questa mattina di ‘Radio Anch’io’ su Rai Radio Uno, commentando l’inchiesta sulla gestione urbanistica di Milano.
“Noi siamo contrari a questa ipotesi: il Meazza è un monumento dello sport e fa parte della storia del calcio. Non è un caso che tanti calciatori, tra cui Gianni Rivera, abbiano firmato un documento per tutelarlo. Non penso che questa sia la priorità per Milano. La vera priorità è la riqualificazione delle periferie. Non è accettabile che l’attenzione si concentri sulla costruzione di nuovi edifici dove poi le case costano 20.000 euro al metro quadro. Questo genera una bolla immobiliare e spinge via i ceti popolari, rendendo la città inaccessibile. Un fenomeno che non riguarda solo Milano, ma anche altre città italiane. Dobbiamo porci il problema di una vera riqualificazione sociale e ambientale delle periferie”.
Alla domanda sullo stallo di 450 cantieri e 1600 appartamenti che coinvolgono oltre 4500 persone rimaste senza casa nonostante acconti e mutui, Bonelli risponde: “La politica deve farsi carico di una situazione del genere. Ma il messaggio è chiaro: l’urbanistica deve rispettare le regole. Non è possibile realizzare grattacieli con una semplice dichiarazione di inizio attività. Serve legalità e trasparenza. Io non sono tra quelli che demonizzano la magistratura: la magistratura faccia chiarezza. Sono convinto che per Sala sarà un’occasione per dimostrare la correttezza del suo operato.
Ma una cosa è certa: se l’urbanistica di Milano deve proseguire come ha fatto finora, noi non ci saremo. Sarò ancora più netto – conclude Bonelli – se il sindaco Sala e la sua maggioranza riterranno che la priorità per Milano è la vendita dello stadio di San Siro, noi voteremo contro”.
“Beppe Sala sta bene dove sta, cioè a Palazzo Marino. Chi, a seguito delle indagini, ne invoca le dimissioni per ‘opportunità politica’ sa bene di dire una fesseria. Le ragioni della politica sono sempre rimesse al giudizio degli elettori. Saranno loro, quando verrà il momento, a valutare l’operato della giunta e dello schieramento che la sostiene”. Così Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione.
“Conosco Sala, lo stimo, è una persona che secondo me da sempre agisce in maniera corretta, ma lo contrasto da un punto di vista politico. Per questo ribadisco: a decidere di cambiare Giunta devono essere i cittadini, non un’inchiesta”. Così il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi stamattina a Radio Anch’io intervistato sull’inchiesta sull’edilizia a Milano. “Io credo da sempre nel ruolo fondamentale della politica – aggiunge Lupi – in una comunità che in una città come Milano chiama un sindaco ad assumersi la responsabilità di guidarla secondo la sua proposta politica, e se si fanno degli errori sono politici. Poi la magistratura fa il suo mestiere; a me non piacciono le intrusioni della politica nella magistratura, ma allo stesso tempo nemmeno quelle della magistratura nella politica”. “Il modello di Milano di cui io sono assolutamente convinto – conclude Lupi – è quello di una collaborazione tra pubblico e privato. Il privato non è il mostro, il privato è la risorsa”.
“Noi siamo garantisti nei confronti di tutti. La sinistra, invece, è garantista solo quando sono coinvolti i propri esponenti, mentre assume atteggiamenti giustizialisti estremi quando si tratta degli altri. Noi, ad esempio, non abbiamo mai chiesto le dimissioni del sindaco Sala. E sul cosiddetto ‘Salva Milano’, il provvedimento sull’urbanistica, lo condividiamo perché riteniamo giusto essere solidali, prima di tutto, con le famiglie e le imprese che oggi si trovano in una situazione di totale incertezza: non sanno se avranno una casa, se l’hanno persa, se l’hanno pagata invano. È un disastro. E queste persone sono completamente incolpevoli, si sono mosse sulla presunzione di una correttezza della gestione amministrativa. Ora la norma si è fermata. Sala deve fare un serio esame di coscienza. Anche da garantisti, non possiamo non restare colpiti da ciò che emerge: professionisti che facevano i consulenti di aziende, percependo delle parcelle, che poi sedevano nelle commissioni che esprimevano pareri sulle attività di quelle stesse aziende. E siamo in un Paese dove si è parlato a lungo di conflitti di interesse. Quella commissione non poteva essere totalmente scollegata dall’amministrazione: è evidente un fallimento politico. Del resto, fino a pochi mesi fa, Sala veniva indicato come possibile leader di sintesi tra la sinistra riformista e quella radicale. Oggi, invece, si trova in evidente affanno. C’è quindi un fallimento politico di quello che doveva essere un potenziale condottiero della squadra avversa”. Così il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, a L’Aria che Tira, su La7.