Il ministro degli Esteri: "Noi per cessate il fuoco e premiamo per aiuti"

“Riconoscere lo Stato di Palestina oggi non serve a niente. Il problema è quello di arrivare al cessate di fuoco e poi far nascere lo Stato palestinese. Riconoscere uno Stato che non c’è è soltanto un esercizio oratorio che provoca effetti negativi, non provoca effetti positivi. Il riconoscimento fatto da alcuni paesi infatti non ha avuto alcun effetto”, dice il ministro degli Esteri, Antonio Tajani al suo arrivo all’università Luiss di Roma per un evento di Confindustria, parlando del conflitto a Gaza. “Io voglio riconoscere lo Stato palestinese. Ma questo vuol dire che ci deve essere unificazione tra Cisgiordania e Gaza, deve esserci un’autorità che sia una vera autorità che governa il Paese e poi sia riconosciuta da Israele e che riconosca Israele. Quindi il percorso è quello dell’Autorità nazionale palestinese che noi sosteniamo con grande convinzione”, è il ragionamento del vicepremier. “Non c’è una linea rossa che Netanyahu non deve superare? La nostra posizione è sempre quella del cessate del fuoco. Stiamo facendo tutto ciò che è possibile soprattutto per gli aiuti umanitari che sono quelli di cui c’è più bisogno in questo momento perché la popolazione civile è allo stremo”, aggiunge Tajani, che poi chiarisce le sorti del piano Food for Gaza: “Ieri ho mobilitato l’ambasciatore a Tel Aviv, il console a Gerusalemme, l’ambasciatore presso la Fao e l’Onu affinché facciano di tutto per spingere Israele a far passare i camion con i beni di Food for Gaza”.

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