Il Ministro dell'Interno: "Indignazione per quanto accaduto, ma vietare si è rivelato controproducente"
Non si attenuano le polemiche per il saluto fascista di decine di partecipanti al raduno di Acca Larentia, domenica a Roma, nel corso della commemorazione delle uccisioni, il 7 gennaio del 1978, di Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Le opposizioni continuano a chiedere una presa di posizione netta della premier, Giorgia Meloni, e in Aula chiedono ufficialmente un’informativa del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, mentre domani la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel corso del question time alla Camera, presenterà un’interrogazione sui ‘Fenomeni di fascismo che non vengono contrastati dal governo’.
Da sinistra piovono critiche anche sul presidente del Senato, Ignazio La Russa, che, oltre a sottolineare che Fratelli d’Italia “non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo”, poi spiega “più da avvocato che da politico” come “ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte. Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto. È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono”. Il prossimo 18 gennaio, infatti, la Corte di Cassazione si riunirà a sezioni unite, per dare una linea interpretativa sulla questione del saluto romano/fascista, sulla quale si era espressa già in passato ritenendolo, nel 2018, se effettuato nel corso di funerali e rievocazioni storiche, non costituente reato. In questo caso i giudici dovranno affrontare la vicenda emersa durante una manifestazione che si svolse a Milano nel 2016.
Da FdI, Giovanni Donzelli sottolinea: “Nessuno ha ricordato che le vittime erano di destra e i carnefici di sinistra. In questo caso per 100-200 imbecilli, molto più utili alla sinistra che a noi, stanno provando a fare il ribaltone, come se sotto giudizio dovesse esserci la destra. Sotto giudizio purtroppo non sono mai andati gli assassini di Acca Larentia”. Mentre i deputati di opposizione si alternano dagli scranni di Montecitorio per chiedere un’informativa di Piantedosi, proprio il ministro dell’Interno commenta: “Non vi è dubbio che quello che si è visto suscita indignazione, è contrario alla nostra cultura acquisita”. Ma in passato, aggiunge, “vietare si è rivelato controproducente e meno proficuo”. Sempre dal governo, se Matteo Salvini dice che “chi si dice fascista o comunista nel 2024 mi fa tenerezza, è stato sconfitto dalla storia. Fortunatamente il fascismo e il comunismo non torneranno”, il collega della Pa, Paolo Zangrillo, ammette: “A me quel tipo di manifestazione fa un po’ ribrezzo, mi pare che nel 2024 certi comportamenti non sono più tollerabili”.
Dure le opposizioni in Parlamento. Piantedosi, dice tra gli altri da Avs Nicola Fratoianni, “dovrebbe venire a riferire in Aula su quanto accaduto alla commemorazione di Acca Larentia, con centinaia di persone con il braccio teso in un’indecente manifestazione fascista che dovrebbe preoccupare tutti noi, e vorremmo sapere dal ministro dell’Interno che ha da dire, perché le forze di polizia non sono intervenute, neanche con un’identificazione”. Identificazione avvenuta invece un mese prima alla Scala di Milano per motivi opposti: “Il ministro spieghi se considera normale un Paese in cui poche settimane fa alla prima della Scala è stato identificato prontamente un cittadino che ha gridato ‘viva l’Italia antifascista’, e se sia normale che nelle scuole di questo Paese quando c’è un’occupazione vengono identificati gli studenti, mentre a centinaia di vigliacchi fascisti viene consentito di alzare il braccio in una strada pubblica”. Alla richiesta di Avs si uniscono poi tutti gli altri gruppi di opposizione.
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