Dopo il non-voto alla Camera da parte del M5s sul dl Aiuti tutti i riflettori restano puntati su via di Campo Marzio. Il nodo adesso è la norma sul termovalorizzatore di Roma, aspramente criticata dal capogruppo alla Camera Davide Crippa al momento di annunciare la non partecipazione dei grillini alla votazione finale sul provvedimento
E adesso? Dopo il non-voto alla Camera da parte del M5s sul dl Aiuti tutti i riflettori restano puntati su via di Campo Marzio. Arrivando nella sede del Movimento, Giuseppe Conte non si sbottona sulla linea che terranno i grillini al Senato, dove martedì approda il provvedimento. A Palazzo Madama il voto ‘disgiunto’, prima sulla fiducia e poi sul testo, non è previsto. Giovedì quindi sarà o dentro o fuori. E l’ala ortodossa del M5s, che alberga maggiormente proprio nel gruppo del Senato, spinge per uscire dal governo imboccando la strada dell’appoggio esterno. Conte intanto prende tempo, non anticipa nulla prima della riunione che andrà in scena coi senatori in vista del passaggio a Palazzo Madama. L’ex premier si limita a certificare l’astensione di Montecitorio, dove il testo incassa 266 voti favorevoli (tra questi anche quello del grillino Francesco Berti, unico a non seguire la linea del gruppo) e 47 contrari. “Era una decisione già chiara perché c’è una questione di merito per noi importante, lo avevamo già anticipato – sottolinea Conte -. C’è una questione di coerenza e linearità, quindi nulla di nuovo”.

Il riferimento è alla norma sul termovalorizzatore di Roma, aspramente criticata dal capogruppo alla Camera Davide Crippa al momento di annunciare la non partecipazione dei grillini alla votazione finale sul provvedimento. “Non abbiamo trovato una spiegazione razionale nella forzatura perpetrata in Consiglio dei Ministri, prima, e in Parlamento poi, quando si è voluto inserire la questione dell’inceneritore di Roma, collegandola, in maniera fantasiosa, al Giubileo del 2025 – le parole di Crippa -. Lo ricordo: qui abbiamo una norma, chiesta a gran voce dal sindaco di Roma, Gualtieri, che vuole costruire un inceneritore a Roma, quando il Piano della Regione Lazio, varato e approvato dall’ex segretario del Pd, Zingaretti, non prevede, di fatto, di realizzare alcun impianto di incenerimento ulteriore all’interno della stessa regione”.
Proprio dal Campidoglio però ecco arrivare l’appello di Gualtieri al leader M5s. “Insieme abbiamo negoziato e ottenuto i miliardi del Pnrr, è stato un risultato straordinario – ricorda l’ex ministro dell’economia dei governi Conte -. Adesso non possiamo permetterci di sprecare questa occasione, che non si ripeterà mai, per far ripartire l’Italia”. Il problema è che a non andare giù al M5s non è solo la questione rifiuti. Crippa attacca sull’impennata dei prezzi dell’energia, sul superbonus (“ci aspettavamo decisamente di più, chiediamo al Governo di intervenire immediatamente, senza se e senza ma”). E poi c’è sempre il documento in nove punti lasciato da Conte a Palazzo Chigi su cui in via di Campo Marzio si attendono risposte. “C’è ancora qualche giorno per fare le nostre valutazioni – confessa la capogruppo al Senato Mariolina Castellone -. Abbiamo posto al centro dell’agenda politica dei temi che per noi sono prioritari in un momento storico difficile per l’inflazione galoppante e i salari al palo”. Il dl Aiuti, conferma, “per noi è difficile da votare”. E se giovedì la linea fosse quella di uscire dall’Aula al momento del voto potrebbe verificarsi un’altra mini-scissione nel Movimento. Sarebbero infatti almeno dieci, si ragione in ambienti parlamentari, i grillini tra Camera e Senato pronti a lasciare per entrare in Insieme per il futuro di Luigi Di Maio. Tra questi anche la ministra Fabiana Dadone.
Dopo il non-voto alla Camera da parte del M5s sul dl Aiuti tutti i riflettori restano puntati su via di Campo Marzio. Il nodo adesso è la norma sul termovalorizzatore di Roma, aspramente criticata dal capogruppo alla Camera Davide Crippa al momento di annunciare la non partecipazione dei grillini alla votazione finale sul provvedimento. Giovedì il voto cruciale al Senato, in mezzo l’incontro di Draghi con i sindacati dove il premier potrebbe annunciare una serie di provvedimenti che vanno incontro alle richieste del Movimento
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