Il discorso davanti a Palazzo Chigi
La svolta nel travaglio dell’incarico a Mario Draghi, con il M5s spaccato sul sostegno al nuovo esecutivo ancora prima dell’avvio delle consultazioni, la dà Giuseppe Conte. “Auspico un governo politico che sia solido e che abbia quella sufficiente coesione per poter operare scelte politiche, perché le urgenze del Paese hanno bisogno di scelte politiche, non possono essere affidate a tecnici”, dice parlando in piazza, davanti Palazzo Chigi.
Una breve dichiarazione più che una vera e propria conferenza stampa, annunciata ai cronisti via chat dal portavoce. Questione di minuti e piazza Colonna si riempie di decine di giornalisti, fotografi, cameraman, e il distanziamento tanto predicato finisce nel dimenticatoio. Si parla della sala dei Galeoni, poi l’idea viene accantonata, le telecamere si moltiplicano, lo staff di Chigi provvede a transennare un’area, un tavolino per appoggiare i tanti microfoni. Rocco Casalino sovrintende le operazioni, chiede che l’inquadratura non abbia come sfondo palazzo Chigi perché, spiega, non è solo un intervento istituzionale’. Questione di dettagli. Infine arriva lui, l’avvocato del popolo, inusualmente silente dal giorno delle dimissioni – era il 26 gennaio, sembra una vita fa – quando affidò i suoi pensieri a un lungo post Facebook. “Desidero ringraziare il presidente Mattarella, è stato un prezioso interlocutore nel corso dei miei mandati, sia nei rapporti istituzionali che in quelli personali. Ringrazio lui e tutti gli amici della coalizione”, inizia.
Ma oggi non è solo il momento dei saluti e dei grazie. Oggi il suo intervento è necessario perché l’operazione Draghi possa partire. “Mi rivolgo agli amici del Movimento, io ci sono e ci sarò”, promette, rivolgendosi poi “agli amici di Leu e del Pd perché il nostro progetto politico, che abbiamo riassunto sotto il nome di ‘Alleanza per lo sviluppo sostenibile’, dobbiamo continuare a perseguirlo e lavorare per il futuro del Paese”. E dunque serve quel governo ‘politico’, non tecnico, per costruire il quale ora la strada è quella del dialogo con l’ex numero uno Bce. “Con il presidente incaricato Mario Draghi ho avuto un colloquio lungo e aperto, alla fine gli ho fatto gli auguri di buon lavoro”, assicura.
Conte non ci sta a passare come il ‘sabotatore’, non l’ha mai voluto e non lo vuole certo ora, “in queste ore qualcuno mi descrive come un ostacolo alla formazione di una nuova esperienza di governo – lamenta – ma evidentemente non mi conosce o è in malafede”. I sabotatori cerchiamoli altrove, insiste Conte che non fa nomi ma è chiaro chi ha in mente. “Io ho sempre cercato e continuerò a lavorare per il bene del paese”, rivendica, e “perché si possa formare un nuovo governo che possa affrontare le emergenze economico, sanitario e sociale per il bene del paese”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata