Nel centrodestra grandi manovre su un possibile nuovo gruppo
“Spero che questo teatrino imbarazzante, questa compravendita di senatori finisca venerdì. Conte sta cercando senatori di notte per tirare a campare. Noi a Mattarella diremo no a questo mercato delle vacche e no a un reincarico a Conte. Quando non ci sarà più quel signore a palazzo Chigi ragioneremo del resto”. Matteo Salvini fa intravedere uno spiraglio verso il governo delle larghe intese o quanto meno una propensione a essere disponibile a dialogare. Le sue parole, tuttavia, mantengono quell’alone di ambiguità, la giusta e necessaria, per non essere totalmente fuori dai giochi.
Anche perché il segretario della Lega lo ripete come un mantra: “La via maestra sono le elezioni” e tutto il centrodestra è compatto su questo punto. Certamente, scandisce, per “chi volesse ragionare di temi concreti, abbassamento delle tasse, riduzione dell’Irap” la coalizione c’è ed è pronta a confrontarsi con tutti. Ma, sottolinea il leader del Carroccio, è “difficile che ne possa parlare il Pd, visto quello che ha fatto”. Insomma, tutte le porte restano aperte e al contempo tante altre vengono chiuse a doppia mandata. Chi è vicino al segretario non ha dubbi: “Il dialogo è possibile solo in una cornice di centrodestra”, quindi dopo un ipotetico incarico e soprattutto dopo che Conte sarà sparito dalla scena dei possibili premier. Per ora, tuttavia, non si fanno pronostici. Il centrodestra andrà al Quirinale venerdì nel pomeriggio e l’unica cosa certa è che non sosterranno un Conte ter. Serve chiudere questa “parentesi del passato”, spiega Salvini, e affidarsi alla saggezza del capo dello Stato. Nella strategia della coalizione c’è quindi l’obiettivo di superare il primo giro di consultazioni e poi entrare in gioco con proposte concrete. Se poi saranno condivise, questo si vedrà. Molto più diretto – e quindi meno interpretabile – è il pensiero di Giorgia Meloni: “Questi signori continuano a ripetere che sarebbe da irresponsabili andare al voto nella fase in cui ci troviamo, eppure in piena crisi hanno paralizzato per mesi l’intera Nazione per i loro litigi, le beghe di Palazzo e le ignobili compravendite di poltrone. Ma chi credono di prendere in giro? Elezioni subito”.
Si preannuncia quindi un cambio di rotta, ma solo al secondo giro di consultazioni al Quirinale. Se ci sarà. Sarà quella l’occasione in cui – rilevano fonti della coalizione – fare la sintesi. E non è escluso che vengano a galla le differenze tra gli alleati. Per Salvini il piano B “è un governo di centrodestra”, che sa benissimo non avrebbe i numeri per governare ed è già stato rimandato al mittente nel 2018 nei colloqui con Mattarella dopo le elezioni politiche. Forza Italia, invece, potrebbe insistere sulla necessità di sostenere un governo di larghe intese, con l’aiuto di Cambiamo! guidato da Giovanni Toti e quindi scontrarsi sì con niet di Meloni, tentando tuttavia di giocare sull’incertezza di Salvini sul tema. Le spinte all’interno del Carroccio per questa soluzione non sono poche, mentre si rincorrono le voci di movimenti sia in Senato che alla Camera sulla formazione di gruppi nell’alveo del centrodestra, pronti al momento opportuno.
Le ipotesi sono due: coagularsi attorno ai senatori totiani e all’Udc, accogliendo ex M5S e parlamentari del Misto, oppure l’alternativa di matrice europeista, moderata e liberale che vede con favore sia la ‘maggioranza Ursula’ che il ‘governissimo’. Sulla prima sono arrivate le smentite unanimi di scudo crociato e dei tre senatori di Cambiamo!, che le definiscono “fusioni a freddo vergognose e senza futuro”. Sulla seconda possibilità, tra i corridoi della politica se ne parla, ma sempre a bassa voce. Le carte sono copertissime, il progetto tuttavia sembra più che abbozzato: una realtà che molto probabilmente attingerebbe da Forza Italia, senza tuttavia minarne la posizione nella coalizione. E c’è chi già ipotizza la benedizione dello stesso Berlusconi.
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