Al termine del vertice tra il ministro dell'Economia Gualtieri, il ministro degli Affari europei Amendola, e la delegazione renziana
Il confronto con Italia viva è stato “costruttivo”, ma la discussione “non è stata da ‘abisso'”. Lo riferiscono fonti di governo, al termine del vertice al Mef, tra il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il ministro degli Affari europei, Enzo Amendola, e la delegazione renziana sul Recovery plan. A dimostrazione del fatto che la distanza non è incolmabile, le stesse fonti spiegano che ci sono anche “punti di convergenza” nel documento presentato “solo oggi”, anche se “permangono distanze su alcuni temi”, che andranno affrontati tra le forze di maggioranza al “al tavolo politico” che dovrà fare la sintesi delle varie proposte. Se tensione c’è stata, spiegano ancora le fonti di governo, è quando si è toccato l’argomento debito pubblico. In particolare, quando Gualtieri ha spiegato che il Paese “non può permettersi” di indirizzare i prestiti europei “su progetti aggiuntivi”, altrimenti il rischio è di far salire alle stelle il debito, rischiando di “far saltare il percorso di rientro approvato in Parlamento”. Inoltre, fanno ancora notare le fonti, il piano “non è stato cambiato” e “molti dei 62 punti” proposti “non sono da Recovery”.
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