Nel documento dei giudici contabili viene smontata la minaccia di Autostrade che vorrebbe indennizzi miliardari in caso di rescissione
La revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia (Aspi) deve entrare nell'agenda 2020 del governo, al momento del "tagliando" promesso dal premier Conte. La richiesta viene rilanciata da Luigi Di Maio, capo politico del M5S. I pentastellati si fanno forti della relazione della Corte dei Conti.
Nel documento, preparato a novembre ma reso noto poco prima di Natale, viene smontata la minaccia di Autostrade che vorrebbe indennizzi miliardari in caso di rescissione della concessione. La cifra di 23-25 miliardi, secondo i giudici contabili, non avrebbe base nella normale prassi commerciali. Di Maio, in un post su Facebook, liquida quindi le critiche parlando di "una enorme sciocchezza, una vera e propria montatura alimentata anche da tv e giornali".
Il rapporto della Corte, in effetti, potrebbe aiutare l'esecutivo Conte, che sta valutando di rescindere la concessione, inserendo nel decreto Milleproroghe una norma che, anche se pensata in maniera generalizzata, avrebbe immediata applicazione in questo frangente.
Una prima versione del pacchetto, varato provvisoriamente “salvo intese”, tra i malumori di Italia Viva, prevede che il concessionario a cui sia stata tolta la gestione per inadempienza debba risarcire i "danni derivati dal suo inadempimento" e che tale cifra venga scalata dal rimborso che gli spetta.
Se l'articolo restasse in questa versione, e venisse applicato per il caso del Ponte Morandi, la gestione passerebbe temporaneamente ad Anas. E Autostrade sarebbe chiamata a pagare il risarcimento dei danni provocati dal crollo. Alla società verrebbe rimborsato il costo delle opere realizzate al netto di quanto incassato con i pedaggi.
L'azienda dei Benetton ha già annunciato battaglia, sostenendo che una legge non può stravolgere i termini di un contratto in vigore. Dall'altro lato però Aspi porge una mano a Governo e utenti annunciando per il prossimo anno la proroga della sospensione dell'aumento dei pedaggi. E sul nodo concessioni bisognerà leggere la versione finale del Milleproroghe, aspettando poi di capire se e come verrà modificata in Parlamento.
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