Resta ancora il no di Italia Viva alla revoca delle concessioni
Se non è un Natale da 'separati in casa', poco ci manca. Il Governo incassa il sì definitivo alla legge di Bilancio ma diversi restano i nodi da sciogliere in vista della 'nuova agenda 20-23' che gli alleati intendono mettere nero su bianco a gennaio.
Anche l'ultimo Consiglio dei ministri prima delle vacanze natalizie, all'apparenza 'innocuo' avendo all'ordine del giorno un unico decreto legislativo sulla Sicilia, diventa terreno di scontro. Il testo prevede che il disavanzo 2018 della Regione (pari a più di un miliardo di euro) possa essere spalmato in dieci anni. "E' un dito in un occhio, la classica polvere sotto il tappeto, che tanti danni ha fatto (e continua a fare) alla finanza pubblica italiana, nazionale e locale. Noi siamo profondamente contrari", avverte di buon mattino da Italia Viva Luigi Marattin, che chiede di ripristinare l'accordo siglato dal Governo Renzi che condizionava i vantaggi economici ad una serie di obblighi che la Regione avrebbe dovuto realizzare al fine di operare un vero risanamento strutturale. Gli alleati non lasciano trasparire troppo stupore: "Fino a quando non risaliranno nei sondaggi sarà una picconata continua", confida un ministro dem. "Stanno solo facendo un po' di show", la lettura concorde di un collega. Alla fine il testo viene ritoccato inserendo una condizione in cui si dice questo: se entro 90 giorni governo e regione non siglano un'intesa tra gli obblighi che la Regione deve avere, la spalmatura sarà a tre anni e non a dieci. Una ridondanza che non cambia nulla, secondo i dem. I renziani, però, esultano: "Obiettivo raggiunto".
Non solo la Sicilia, però. Le posizioni tra gli alleati restano distanti anche sulla norma che riguarda le concessioni autostradali inserita nel Milleproroghe, approvato salvo intese e con la contrarietà, in merito, di Italia viva. Chi cura il dossier viene preallertato per un vertice di maggioranza post Cdm. Alla fine il vertice viene sconvocato ma nel corso della riunione del Governo la discussione sul provvedimento viene riaperta sui punti critici.
Sulle concessioni "vogliono convincerci ma non ci convincono", spiega da Iv chi ha l'incarico di mediare. "Vogliono revocare le concessioni ad Autostrade? Lo facciano, ma se per farlo modificano tutta la norma mettono in discussione la certezza delle regole e la credibilità dell'Italia come Paese in cui investire. E' peggio dello scudo penale per Ilva. Ce lo hanno fatto togliere e poi si sono pentiti. Questa volta è ancora più grave perché riguarda tutte le imprese che hanno le concessioni. Noi restiamo contrari, se lo votino", è l'avvertimento.
"M5S, Pd e Leu, comunque, tirano dritto. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli definisce 'inaccettabile' la lettera scritta al Governo da Autostrade e si fanno forti delle parole di accusa arrivate dalla Corte dei Conti. Bocce ferme, poi, anche sulla norma che riguarda l'innovazione digitale. In questo caso anche Pd e Leu frenano confermando l'accordo di inserire nel decreto Milleproroghe solo una norma pilota.
Venerdì il Pd presenterà ala sua proposta di legge sulla prescrizione che poi verrà esaminata dal vertice di maggioranza già convocato per il 7 gennaio. "Valuteremo tutte le proposte – assicura Bonafede – l'importante è che non rientri dalla finestra quello che è uscito dalla porta".
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