La legge di Bilancio arriva alla Camera nel fine settimana

L'asticella resta a quota 166 per la maggioranza. Una 'doppietta' di fiducie tra manovra e decreto Fiscale (ormai legge), che rimette insieme quelli che sembravano cocci di coalizione soltanto pochi giorni fa, quando l'accordo è stato a un passo dal saltare sulla legge di Bilancio. Ossigeno puro per il premier, Giuseppe Conte, ma anche per Luigi Di Maio, sempre alle prese con il malumore interno ai Cinquestelle, che finora ha prodotto l'addio di tre senatori passati alla Lega, ma in un futuro prossimo potrebbe riservare altre uscite. Soprattutto a Palazzo Madama. Molto dipenderà da quali saranno i piani del governo per il prosieguo della legislatura: su giustizia e autonomia l'intesa con i partner sembra lontanissima. Ecco perché dai Cinquestelle torna la proposta di scrivere un contratto con Pd, Italia viva e Leu.

Di questo se ne parlerà, però, a gennaio. Prima c'è da portare a casa la seconda lettura della manovra, che sabato farà il suo esordio in commissione Bilancio alla Camera e domenica sarà in aula. Anche a Montecitorio sarà posta la questione di fiducia, che dovrebbe concludersi col voto finale di lunedì prossimo. Un iter molto veloce che suscita ancora le ire dei presidenti delle Camere. Maria Elisabetta Alberti Casellati lamenta che la centralità del Parlamento "è sempre più spesso compressa", ma "il Parlamento va rispettato. I senatori e i deputati vanno rispettati: vanno ascoltate le loro idee e difeso il loro diritto di esprimerle dai banchi dell'aula". Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Roberto Fico: "Siamo purtroppo davanti a una compressione dei tempi che non permette di lavorare nel modo migliore", scrive su Facebook il presidente dell'assemblea di Montecitorio. Che poi tuona: "Non dovevamo essere costretti ad avere i tempi di discussione ridotti come avvenuto lo scorso anno. Su questo rinnovo il mio appello al governo affinché questa situazione non si ripeta più".

Nel frattempo è già partito il nuovo countdown sul cosiddetto 'Milleproroghe', che dovrebbe essere varato nel prossimo Consiglio dei ministri (presumibilmente giovedì), in cui trovano spazio alcune delle misure tagliate fuori dalla legge di Bilancio. Come il rinvio al primo gennaio 2022 dello stop al mercato tutelato dell'energia, lo slittamento di sei mesi della riforma delle intercettazioni. Nella bozza del decreto Milleproroghe, le norme sula nomina di commissari straordinari per lavori infrastrutturali, le assunzioni nelle province, le modifiche allo sblocca Italia, alla legge annuale sulla concorrenza, le assunzioni per la giustizia amministrativa, la magistratura contabile, le misure su cambiale digitale, educazione finanziaria, sul credito cooperativo di Bolzano, sull'informatizzazione dell'Inail e per l'Agenda digitale della Pa, con la piattaforma per la notificazione digitale di atti e avvisi. Niente da fare invece per la norma sui limiti della canapa sativa, che dovrebbe essere trattata in un decreto, se non addirittura un disegno di legge a parte. Prima, però, ci sono le verifiche di maggioranza da superare, test fondamentale per il futuro del governo e della legislatura.

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