Il ministro dell'Economia interviene in commissione al Senato
Il Meccanismo europeo di stabilità non minaccia l'Italia e non toglierà poteri all'Unione europea. Sostenerlo è "comico".
Chi lo fa, dalle opposizioni, usa un "meccanismo manipolatorio". Dopo giorni di polemiche, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri interviene in commissione al Senato, cercando di far luce su un argomento molto complesso, dicendosi fiducioso anche verso il M5S, che sulla questione ha espresso non pochi dubbi.
Di Maio, dal canto suo, dice che Gualtieri e il premier Conte si sono distinti per la loro correttezza e preparazione nel dialogare con l'Ue, quindi si troverà una soluzione, anche se "dobbiamo essere compatti sul fatto che il negoziato è un punto. Dobbiamo capire se all'Italia conviene o no". Se il ministro dell'Economia viene audito al Senato, alla Camera scoppia la bagarre: deputati della Lega e del Pd quasi vengono alle mani durante una fase molto accesa del dibattito.
A scatenare le ire del Carroccio è l'intervento di Piero De Luca, che accusa il partito di Matteo Salvini di aver contrattato il Mes quando era al governo. Immediata la risposta, mentre dai banchi dell'opposizione c'era chi lamenta a gran voce che qualche parlamentare provava a filmare i momenti dell'aspro confronto. Gli animi prendono fuoco in pochi minuti e il presidente Roberto Fico è costretto a sospendere i lavori dell'aula. Lo stesso Conte, il prossimo 10 dicembre, affronterà il tema in Parlamento nel consueto appuntamento in vista del Consiglio europeo.
Nella sua audizione, Gualtieri precisa che la riforma del Mes, che dovrebbe essere siglata a livello europeo tra dicembre e gennaio, porterà a cambiamenti molto limitati, che toccano principalmente due fronti: l'attribuzione del backstop bancario al Meccanismo stesso, e i titoli di Stato. Per il resto, i cambiamenti si limitano a mettere in trattato i cambiamenti già avvenuti nella pratica.
Per quanto riguarda gli istituti di credito, il cosiddetto backstop del Mes potrà essere applicato in caso di procedura di risoluzione, procedura che però non verrà modificata. Il backstop sarà un cuscinetto che potrà intervenire non direttamente per la banca, ma riempiendo il fondo di risoluzione europeo già esistente, qualora quest'ultimo si svuotasse. In pratica, aumentano i fondi a protezione delle banche. E questo, per Gualtieri, deve essere considerato un successo per l'Italia.
Sul secondo fronte, quello del debito pubblico, Gualtieri sottolinea che è assolutamente falso sostenere che la riforma del Mes prevede una ristrutturazione del debito automatica. Nel dibattito in sede europea, infatti, ha vinto la posizione di chi vuole tenere il Meccanismo così com'è, cioé che la ristrutturazione del debito venga richiesta soltanto in casi eccezionali, e che vada gestita con grande attenzione.
La firma per formalizzare il trattato arriverà a febbraio. Le ratifiche dei vari parlamenti arriveranno successivamente. Per il momento, e finché non ci sarà la firma, non c'è una determinazione definitiva del testo. Insomma, "la pausa per riflettere già c'è", sottolinea il ministro, precisando che il testo del trattato è ormai chiuso, c'è solo un lavoro marginale su alcuni aspetti esterni.
Quello che via XX settembre segue con grande interesse è il completamento dell'unione bancaria. In questo caso, l'auspicio è per l'introduzione di un meccanismo comune di garanzia sui depositi che sia assolutamente sottoposto a condizionalità rispetto al mutamento del trattamento prudenziale dei titoli di stato detenuti da banche e assicurazioni. "Questo sì, se introdotto, potrebbe avere degli effetti negativi", avverte Gualtieri.
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