"Se mi arrestano scrivo 'Le mie prigioni'". E sul libro su Salvini dice: "Pensavano di sabotarci, ma sarà un best seller"
"A sinistra esiste un antifascismo militante che diventa una mafia, una mafia culturale". Ne è convinto Francesco Polacchi, editore di Altaforte, casa editrice vicina a CasaPound al centro delle polemiche per la partecipazione al Salone del libro di Torino. Polacchi, fortemente criticato per le frasi "io sono un fascista" e "l'antifascismo è il vero male di questo Paese", è ora indagato per apologia di fascismo, a seguito dell'esposto presentato dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino.
Commentando la notizia con LaPresse, Polacchi dice: "E' ironico, quoterò in Borsa Altaforte, perché con tutta questa campagna pubblicitaria abbiamo fatto il boom di vendite che una casa editrice piccola come la mia potrebbe fare in tre/quattro anni". "Da una parte li ringrazio, se dovessi passare il tempo nelle patrie galere scrivero 'Le mia prigioni' come Silvio Pellico", aggiunge.
Poi la stoccata ad Appendino: "Quello su cui la cittadinanza dovrebbe riflettere è che il sindaco di una delle città che sta subendo maggiormente il problema della deindustrializzazione e della crisi economica si occupi di una casa editrice come Altaforte anziché del lavoro e della disoccupazione".
Comune e Regione chiedono la rescissione – La Città di Torino e la Regione Piemonte, soci fondatori del Salone del Libro, hanno chiesto alla associazione 'Torino, la città del libro', al Circolo dei lettori e al Comitato di indirizzo del Salone del libro che organizzano la manifestazione di rescindere il contratto con la casa editrice Altaforte, vicina a Casapound."Questo alla luce della situazione che si è venuta a creare – scrivono in un comunicato congiunto il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e la sindaca di Torino Chiara Appendino -, che rende impossibile lo svolgimento della prevista lezione agli studenti di Halina Birenbaum, sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti, e alla forti criticità e preoccupazioni espresse dagli espositori in relazione alla presenza e al posizionamento dello stand di AltaForte. E' necessario tutelare il Salone del libro, la sua immagine, la sua impronta democratica e il sereno svolgimento di una manifestazione seguita da molte decine di migliaia di persone".
La conferenza stampa a Milano – A proposito del libro-intervista su Matteo Salvini, Polacchi si sente di ringraziare "i vari Raimo, Zerocalcare, Wu Ming e tutti quelli che si sono sfilati dal Salone del libro". "Loro – spiega – pensavano di farci un torto sabotandoci ma alla fine, quando andiamo a valutare gli aspetti commerciali, vediamo che scala qualunque tipo di classifica". "Il libro-intervista è il numero 3 dei libri più venduti su Amazon", aggiunge, "sappiamo che Salvini verrà votato da un italiano su 3, quindi anche in ottica commerciale, non dico che lo compreranno uno su 3, ma sarà un best seller".
Alla conferenza stampa interviene anche il segretario nazionale di CasaPound Simone Di Stefano: "Se fosse stata la mia casa editrice il libro non glielo avrei mai fatto fare a 15 giorni dal voto, questo mostra che è una casa editrice indipendente", dichiara.
In merito alle frasi Polacchi, Di Stefano minimizza: "Sono dichiarazioni similari a quante fatte in 15 anni da Casapound. Se mirassimo a sopprimere la democrazia saremmo già stati sciolti da 15 anni". "E' solamente l'espressione libera di un'opinione", aggiunge, "questo antifascismo è sempre più convulso vicino alle elezioni, come accadde per il 4 marzo".
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