Dalla famosa notte del 23 aprile, quella in cui, dopo ore di discussione, dal decreto Crescita fu stralciato un pezzo importante della norma Salva Roma, il presidente del Consiglio e i vicepremier non si sono più visti

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è arrivato con il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, al Palazzo presidenziale a Cartagine, accolto dal presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi. Anche i due vicepremier sono in Tunisia. Ci voleva l'Africa per riunire sotto lo stesso cielo Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il vertice di Tunisi vede il premier e i suoi vice allo stesso tavolo, compatti, per firmare nuovi accordi con il governo tunisino.

Dopo i continui botta e risposta di queste ultime settimane, c'è stata solo distensione una volta incontrati. "Con Salvini – ha detto Di Maio alla Kasbah – ci siamo visti all'ultimo Cdm, mi fa sempre piacere incontrare il ministro dell'Interno e gli altri ministri, stiamo facendo un grande lavoro". Dalla famosa notte del 23 aprile, infatti, quella in cui, dopo ore di discussione, dal decreto Crescita fu stralciato un pezzo importante della norma Salva Roma, non si erano più visti. Ma non se le erano mandate a dire, a partire dallo scontro sulle dimissioni del sottosegretario, Armando Siri, indagato per corruzione nell'ambito di un'inchiesta molto più vasta, che tocca anche fatti di mafia. Un'onta che Di Maio vuole lavare con l'allontanamento del senatore leghista, mentre Salvini tiene il punto e alza un muro di filo spinato, respingendo il pressing pentastellato.

L'agenda è fitta di appuntamenti, ma al centro c'è la gestione dei flussi migratori (e a riguardo Salvini ha firmato una circolare ai prefetti), con il dossier Libia ben in vista sul tavolo. Senza dimenticare l'aspetto economico, visto che l'interscambio tra i due Paesi è pari circa a 6 miliardi di euro, con un aumento del 10% su base annua: l'Italia, infatti, è il primo fornitore e secondo investitore per Tunisi. Nel corso del Vertice saranno siglati diversi accordi, e fra questi ha una grande valenza l'interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia. Inoltre, si firmeranno due accordi in materia di cooperazione allo sviluppo, mentre poche settimane fa è stato siglato una quarta intesa di cooperazione per promuovere, in collaborazione con Cassa depositi e prestiti, l'agricoltura e l'economia sostenibile. Nel pomeriggio, infine, si svolgerà il forum Forum economico nella sede della Confindustria tunisina. Ci saranno anche Conte e Di Maio al fianco delle aziende italiane operanti nel Paese africano: sono circa 800 e creano un indotto di 63mila posti di lavoro, oltre a favoriscono la crescita e la stabilità della Tunisia.

Consiglio dei ministri – E questa sera, al ritorno da Tunisi, i tre saranno di nuovo insieme (ore 21) per il Consiglio dei Ministri. Sul tavolo quasi tutti i dossier oggetto di profonde divisioni nella maggioranza nelle ultime settimane: la conferma delle nomine di Bankitalia, la questione delle Province, il tema dell'autonomia e il decreto legge crescita. Sullo sfondo il caso Siri: Di Maio insiste per la sospensione del sottosegretario indagato per corruzione, Salvini lo difende. Conte vuol convincerlo a farsi da parte in attesa che la situazione si chiarisca.

Su Bankitalia, c'è disaccordo sul nome della vicedirettrice Alessandra Perrazzelli. C'è poco tempo perché la scadenza è il 9 maggio. Sulle autonomie, Salvini vuole andare avanti in fretta, ma Di Maio non è d'accordo e chiede chiarezza: niente scuola, sanità o fisco differenziati a seconda della ricchezza delle regioni. Anche sulle Province non c'è accordo. Salvini vorrebbe farle sopravvivere per i compiti che svolgono. Di Maio insiste per cancellarle. Insomma, non sarà un Cdm facile.

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