Si è svolto l'atteso incontro con il sottosegretario ai trasporti indagato per corruzione di cui M5S chiede le dimissioni
Si è svolto ieri sera, secondo quanto si apprende da fonti della maggioranza, l'incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri. Il M5S è in pressing per le dimissioni del leghista, sotto indagine per presunta corruzione. Nelle prossime ore, viene spiegato, il premier prenderà una decisione.
Il sottosegretario ai Trasporti (genovese di origine e milanese di adozione) a suo tempo condannato (con patteggiamento) per bancarotta fraudolenta, è coinvolto nell'inchiesta sulle vicende dell'eolico che riguarda, in Sicilia, alcuni imprenditori come Vito Nicastri (ai domiciliari per concorso in associazione mafiosa). Secondo alcune intercettazioni, Paolo Arata, un altro imprenditore (questa volta genovese) e professore universitario, a suo tempo parlamentare di Forza Italia, ha parlato di mazzette (pare 30 mila euro) versate o promesse, (ma dal punto di vista giudiziario è la stessa cosa) proprio a Siri. In cambio, il sottosegretario ai Trasporti, avrebbe dovuto cercare di introdurre in uno dei vari decreti "omnibus" alcune norme che interessavano gli imprenditori dell'eolico. Siri avrebbe effettivamente fatto pressioni su una materia che, tra l'altro, non lo riguardava perché i suoi compiti nel governo sono relativi soprattutto l'Alitalia. Di queste pressioni hanno dato testimonianza alcuni funzionari del Mise (il ministero di Luigi Di Maio) che hanno raccontato di averle respinte a più riprese. Siri avrebbe lavorato anche per introdurre i temi che interessavano Arata nell'accordo di governo.
Per tutti questi motivi, indipendentemente dall'andamento dell'inchiesta che lo riguarda, il M5S insiste perché Siri venga sospeso dal suo incarico (Toninelli gli ha già tolto le deleghe) in attesa che la sua posizione si chiarisca. Secondo Di Maio, infatti, il problema non è tanto che sia indagato, ma che abbia fatto le pressioni di cui sopra in materie che non lo riguardavano.
Matteo Salvini, invece, lo difende a spada tratta e ha minacciato (almeno all'inizio) di andare fino in fondo. Negli ultimi giorni, però, anche il leader leghista si è rimesso alle decisioni di Conte. Il premier ha tentato, soprattutto, di convincere Siri a autosospendersi in modo di accontentare il M5S ed evitare l'immagine di un sottosegretario leghista "cacciato" dal governo. L'incontro di ieri sera dovrebbe essere servito proprio a questo scopo. Nelle prossime ore sapremo come è andata a finire.
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