Per ricostruire il viadotto serviranno tra i 12 e i 15 mesi, a partire dal momento del dissequestro dell'infrastruttura
Qualcosa si muove. A due mesi dalla tragedia del ponte Morandi, a Genova, si comincia a intravvedere una prospettiva. "Se l'autorità giudiziaria dispone il dissequestro, possiamo partire con la demolizione per Natale. Non ho mai detto che è facile, ma è il nostro obiettivo. Fatti i conti, potremmo avere il nuovo ponte per Natale 2019". Parola del sindaco di Genova e commissario straordinario per la ricostruzione, Marco Bucci.
Anche secondo il governatore della Liguria, Giovanni Toti, il Natale del prossimo anno "è una data possibile", ma resta comunque ancora "tanto da fare". Forse sarà soltanto un obiettivo o peggio una suggestione, ma è quanto basta per far rinascere la speranza tra gli abitanti di Genova che vedono bloccata la loro città da troppo tempo. Per ricostruire il viadotto serviranno tra i 12 e i 15 mesi, a partire dal momento del dissequestro dell'infrastruttura.
I tempi di ricostruzione possono cambiare poi in base al tipo di demolizione e al modello di ponte. Hanno dovuto scendere in piazza e protestare gli sfollati per cominciare a smuovere qualcosa e ottenere così da Bucci la promessa che giovedì 18 o al massimo venerdì 19 ottobre potranno rientrare a scaglioni nelle loro case per recuperare quanto hanno dovuto abbandonare all'improvviso in quelle ore terribili a ferragosto. E sui tempi del decreto il vice ministro leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi assicura di volerlo portare in aula il 22 ottobre, Def e manovra permettendo. Rixi apre alla cassa integrazione in deroga retroattiva, invocata da Sergio Cofferati e per ora mancante dal decreto. Piace ai tre politici il progetto di Renzo Piano. "Certo, va ingegnerizzato", ammette il commissario per la ricostruzione Bucci. Ormai un ricordo il ponte con i negozietti che piace tanto al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, per ora silente.
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