Mara Carluccio è finita sotto processo insieme a lui per un contratto ottenuto nel 2014

A Roberto Maroni "non ho mai chiesto nulla" e per essere assunta da Eupolis, società controllata della Regione Lombardia, e "non sono mai stata raccomandata da nessuno". Si è difesa così Mara Carluccio, ex collaboratrice di Maroni fin dal 2001, quando il governatore lombardo era ministro del Lavoro. Adesso la donna è finita sotto processo insieme a lui per quel contratto ottenuto nel 2014. Secondo il pm Eugenio Fusco l'incarico, della durata di un anno, era stato ideato "su misura" per lei, che sarebbe stata assunta proprio grazie alle pressioni esercitate dal governatore.

"Ho seguito la procedura", ha chiarito in aula Carluccio, spiegando di aver parlato "soltanto due volte" con Alberto Brugnoli, ex direttore generale di Eupolis, uscito dal procedimento dopo aver patteggiato 8 mesi di carcere. La donna, indagata per turbata libertà nella scelta del contraente, ha assicurato di non aver mai insistito con Maroni perché le facesse ottenere quell'incarico.

"Ho sempre aspettato che fosse lui a chiamarmi – ha detto – Anche se sembra una persona molto alla mano, si irrita molto di fronte a richieste particolari". Brugnoli, poi, non le aveva mai parlato "di bando, ma solo di un contratto di collaborazione e di una procedura interna per essere accreditata tra i candidati". E nemmeno "di essere stato contattato da Maroni". Quanto al compenso – che secondo l'accusa sarebbe stato fissato apposta per andare incontro alle sue esigenze di natura fiscale – la Carluccio ha chiarito che era stata Eupolis a stanziare un budget di poco inferiore ai 30mila euro.

Una tesi alla quale il pm Eugenio Fusco non crede. Tra le altre intercettazioni che, secondo l'accusa, l'inchioderebbero la donna, anche una telefonata con un'amica in cui ammette: "praticamente il contratto me lo sono inventato io". "Il contratto – si è difesa invece rispondendo alle domande del pm – l'abbiamo fatto insieme io e Brugnoli. Abbiamo cercato di mettere insieme un po' di cose, valorizzando le mie passate esperienze lavorative", tra cui il periodo al Viminale al fianco di Maroni durante il quale aveva ottenuto il "nulla osta di sicurezza del ministero dell'Interno".

A interessarsi della situazione sono anche il capo della segreteria del Pirellone, Giacomo Ciriello, e lo stesso governatore che ai primi di gennaio del 2014 si informa con la Carluccio sulle sorti del suo contratto. Il 9 gennaio, infine, la donna inizia a lavorare nell'ufficio di rappresentanza di Regione Lombardia in via del Gesù a Roma. "Alle volte ero presente io e alle volte" Maria Grazia Paturzo, l'altra ex collaboratrice per la quale Maroni è finito nei guai, dopo le presunte pressioni esercitate per farla partecipare a un viaggio istituzionale per promuovere Expo a Tokyo. Per i viaggi, ha spiegato oggi la Carluccio, "io e Maria Grazia eravamo intercambiabili".

Si tornerà in aula in 9 novembre, quando saranno chiamati a deporre Maroni e l'ex capo della sua segreteria Ciriello. Se il governatore lombardo dovesse essere condannato per induzione indebita, ipotesi di reato relativa al viaggio in Giappone, il rischierebbe di decadere dall'incarico per la legge Severino. Non è escluso, peraltro, che si arrivi a sentenza dopo le elezioni. 

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