Vertice a 4 tra Gentiloni, Merkel, Hollande e Rajoy

Ha più velocità l'Europa del futuro. Quella che prima era una minaccia, diventa adesso quasi una exit strategy, una scelta di sopravvivenza. Sono Francia, Germania, Italia e Spagna a "tracciare il cammino". Francois Hollande riunisce a Versailles la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio Italiano Paolo Gentiloni e il premier spagnolo Mariano Rajoy, in un inedito formato a quattro, perché – "per storia e tradizione" – è sulle spalle di questi quattro Paesi che grava "la responsabilità" di dare "impulso" al futuro del progetto comune, messo in pericolo "da incertezze e preoccupazioni".

Il presidente francese sceglie Versailles in quanto "luogo simbolico". Fu nella galleria degli specchi della reggia alle porte di Parigi che, all'indomani della prima guerra mondiale, le nazioni europee si ritrovarono "aspirando alla pace" in un momento in cui "l'unità europea sembrava impossibile". Il trattato siglato il 28 giugno 1919 non fu sufficiente, ricorda Hollande, dal momento che "lo spirito di rivincita provocò un altro dramma" con la Seconda guerra mondiale, ma poi, nel '57, fu la volta dei trattati di Roma. L'occasione della celebrazione dei 60 anni è ormai alle porte. Giovedì i leader Ue si riuniranno a Bruxelles per il consiglio europeo e poi, il 25 marzo, saranno a Roma nella sala Orazi e Curiazi del Campidoglio. L'atmosfera è da 'ora o mai più'. Non basta "celebrare" date e "commemorare" ricorrenze, è l'invito del presidente francese, "serve un impegno per il futuro".

"Se vogliamo che l'Europa ci sia ancora – è l'inciso – bisognerà trarre le conseguenze della Brexit e saper vivere a 27, ma unità non vuol dire uniformità. Servono le collaborazioni differenziate, a due velocità per far andare più velocemente alcuni Paesi senza lasciare nessuno indietro". Parla di coraggio Angela Merkel, il "coraggio" che serve per "accettare che alcuni Paesi vadano avanti". Le cooperazioni differenziate "devono rimanere aperte a chi è indietro, ma dobbiamo andare avanti – ripete la cancelliera -. La diversità può essere una forza, è una spinta per i nostri cittadini".

Anche Paolo Gentiloni è della partita. "L'Italia è per un'Unione europea più integrata ma che possa consentire più livelli di integrazione. E' giusto e normale, mantenendo un progetto comune che avrà le sue basi sulla dichiarazione di Roma", sottolinea.
Proprio a Roma, ne è convinto il premier italiano, l'Ue riprende "il suo cammino e lo fa con una bussola chiara: i bisogni, i sentimenti dei cittadini europei. Il 25 l'Ue riparte dal suo popolo", assicura. Le priorità, nell'agenda dei leader, sono quelle di sempre. Parla di "protezione" e "sicurezza" Hollande, che rilancia "l'Europa della Difesa".

Rilancia l'idea di una Unione europea "della prosperità" che non sia "solo una promessa ma una realtà" per i cittadini, Angela Merkel. "Ci vogliono posti di lavoro, dobbiamo far prevalere i vantaggi dell'economia di mercato ed essere protagonisti solido di questa globalizzazione", sottolinea. Anche la linea di Roma non cambia. Gentiloni preme per un'Europa "sociale" che "guardi a crescita e investimenti". Il premier ricorda la difficoltà del momento che l'Ue sta affrontando, con il dopo Brexit, "il clima di chiusura" che si è creato in diversi Paesi e il "serpeggiare" di sentimenti di "stanchezza" nei confronti del progetto comune. "Noi, però – sottolinea – restiamo convinti della sua validità".

 È il momento di decidere, però. "I 27 Paesi dell'Ue devono fare delle scelte – sottolinea il premier – perché senza rischiamo di mettere in difficoltà il futuro stesso dell'Unione". "L'Ue è una storia di successo, nonostante quello che dicono i suoi detrattori – gli fa eco Rajoy – Dobbiamo fare uno sforzo per essere più efficaci e risolvere i problemi dei cittadini". Prossima fermata, Roma.

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