Boschi: "Pronti a denunciare le violazioni in sede europea"
Una barriera di 370 metri lungo il confine tra Austria e Italia, al valico del Brennero, per fermare i migranti. Avrà questo aspetto il 'muro' che Vienna potrebbe costruire lungo la frontiera con l'Italia a seconda dell'entità del flusso di migranti in arrivo. A presentarlo oggi è stato il capo della polizia tirolese, Helmut Tomac.
Il ministro degli Interni italiano Angelino Alfano ha commentato duramente la decisione austriaca sul Brennero: "E' inaccettabile perché non soltanto è contro le regole dell'Unione europea sulla libera circolazione ma è contro la logica e il buonsenso".
Per intensificare le verifiche in ingresso, l'Austria intende utilizzare quattro corsie, lungo le quali imporrà un limite di velocità di 30 chilometri orari, in modo da compiere controlli a vista sui veicoli, sia quelli per il trasporto di materiale sia per il trasporto di persone. Un punto particolarmente spinoso del piano di Vienna sembra essere poi quello dei controlli sui treni: l'Austria vorrebbe infatti che suoi agenti compissero verifiche sui treni già in territorio italiano, salendo a Fortezza o a Brennero. Ma in ogni caso tutti i treni provenienti dall'Italia saranno fermati non appena entrati in territorio austriaco, a Steinach am Brenner, sicché se verranno trovate persone che tentano di entrare illegalmente verranno riportate in Italia. I controlli più rigidi dovrebbero essere applicati al più tardi dal 1° giugno.
RENZI: CONTRO LE REGOLE. Sul piano ha frenato il premier Matteo Renzi: "L'ipotesi di chiudere il Brennero è sfacciatamente contro le regole europee, oltre che contro la storia, contro la logica e contro il futuro", ha scritto nella sua enews. "La questione migratoria – ha affermato – è come sempre molto complicata ma gli annunci esagerati dei giorni scorsi vanno ricalibrati: nei primi quattro mesi dell'anno il numero dei migranti arrivato in Italia è inferiore a quello del 2014 e sostanzialmente uguale a quello del 2015". Gli ha fatto eco anche la ministra per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, che ha sottolineato che "noi possiamo – e lo faremo – sollevare in sede europea la violazione". "L'Austria sa benissimo che non può fare controlli sul territorio italiano", ha sottolineato Boschi.
Stando ai dati diffusi dall'Unhcr, sono circa 26.270 i migranti e rifugiati che hanno raggiunto l'Italia quest'anno fino al 24 aprile (nel primo trimestre del 2014 gli arrivi erano stati 26.640 e nel primo trimestre del 2015 erano stati 26.270). "Siamo molto lontani da un'invasione", ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un'intervista rilasciata al quotidiano austriaco Die Presse. Anche lui si è espresso contro l'irrigidimento dei controlli al Brennero, ricordando le regole europee: "Speriamo che Vienna non intraprenda decisioni unilaterali nei prossimi mesi a continui a lavorare da vicino con noi sulla crisi dei rifugiati", ha detto. "Austria e Italia sono membri di una comunità, e la comunità è l'Unione europea. L'Ue ha regole che devono essere rispettate: se i confini interni allo spazio Schengen vadano chiusi, non è cosa che possano decidere i singoli Stati", ha affermato il titolare della Farnesina, evidenziando che per questo "l'Ue ha precise condizioni: una situazione estrema che metta in pericolo il Paese, o una emergenza".
LE NORME SULL'ASILO. Intanto oggi il Parlamento dell'Austria ha approvato il controverso pacchetto di leggi che prevede un irrigidimento delle norme relative all'asilo. Il testo permette di dichiarare uno 'stato d'emergenza' per l'immigrazione (della durata di sei mesi, rinnovabile tre volte) e, nel caso di quella dichiarazione, di introdurre delle restrizioni al diritto d'asilo. Sarà possibile per le autorità austriache rimandare indietro i richiedenti asilo al confine dal momento che si potranno bloccare l'ingresso dei rifugiati alla frontiera e le richieste di asilo se provengono da Paesi vicini, come Italia e Slovenia, dove non ci siano situazioni di violenza o persecuzioni. Inoltre la nuova normativa limita la concessione dell'asilo a un periodo di tre anni, dopo i quali si rivedrà la situazione del richiedente asilo per verificare se la situazione che lo ha portato a fuggire sia cambiata: se il conflitto che lo ha portato a fuggire è terminato, gli verrà ritirata la concessione del diritto di asilo. Prevede poi di restringere la cerchia dei familiari che possono godere dei benefici sociali del richiedente asilo, facilita i respingimenti e dà più poteri alla polizia. Si tratta di una delle leggi più restrittive in Europa in materia e la sua approvazione giunge dopo il recente trionfo degli ultranazionalisti nelle elezioni presidenziali di domenica.
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