Dalla visita al campo rom di Tor Sapienza, un ritratto del leader del Carroccio
Matteo Salvini prende appunti mentre ascolta i rappresentanti di quartiere, riuniti ad attenderlo in piazza De Cupis a Tor Sapienza a Roma, per denunciare "i roghi tossici fatti dalle baracche del campo nomadi" della zona. Salvini che in visita nel vicino insediamento rom Salviati scatta foto con l'iPad fra le baracche. E poi ancora l'europarlamentare, numero uno del Carroccio, attorniato da esponenti della comunità rom cui stringe la mano e con cui interloquisce, Salvini che sale sul predellino dell'auto, con cui poi lascerà il campo nomadi, per riuscire a farsi sentire meglio da un corteo di residenti sul piede di guerra per la presenza dell'insediamento rom sotto casa propria, nel loro quartiere, e che invocano le "ruspe" inneggiando il suo nome "Matteo, Matteo". Salvini che riceve in regalo dai cittadini dei comitati di zona – con inevitabile foto – una ruspa giocattolo gialla, quella ruspa da lui più volte evocata per intervenire sui campi rom, "che – dice il leader leghista – non esistono nemmeno in Romania" e oggi invocata al grido di "ruspe, ruspe" da alcuni abitanti di Tor Sapienza.
E' questa la fenomenologia di Salvini, un leghista oggi a Roma, in campagna elettorale nella capitale, che ha deciso di entrare a piedi giunti, e non solo metaforicamente, ma con un sopralluogo proprio a 'casa' dei rom, nel merito della polemica dai toni accesi sui campi nomadi. Una querelle elettorale che lo vede da alcuni giorni protagonista di un continuo botta e risposta con il candidato del Centrodestra Guido Bertolaso in lizza per la corsa alla poltrona di sindaco. L'ex numero uno della Protezione civile, oggi era anche lui impegnato in un sopralluogo romano ma in zona Cassia e oggi ha promesso "tolleranza zero contro il degrado" nella capitale: "Non solo uno slogan ma il mio modo di interpretare il mandato di sindaco".
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