Roma, 28 lug. (LaPresse) – “La nuova Giunta che vedrà la luce nelle prossime ore dovrebbe e potrebbe dedicarsi a una riorganizzazione decisiva della macchina amministrativa a beneficio dei romani”. È quanto dichiara l’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, in una nota pubblicata questa mattina dal quotidiano Il Tempo. “Si deve uscire dal regime perverso delle proroghe delle proroghe. Fare gare trasparenti, nuove sfide competitive per uscire dalle spartizioni consociative (tra imprese, e non solo per lottizzazione politica). Qui si annida e moltiplica la corruzione. È un gran lavoro – prosegue Rutelli – in cui un valente assessore antimafia può assicurare il controllo di legalità; ma è la riorganizzazione della macchina amministrativa che la sconfigge; e devono essere il segretario generale (dimissionario), con il direttore generale (assente) e l’assessore al Bilancio (due volte dimissionario) a fare questo lavoro. Se si fermano i vecchi affidamenti ma non partono quelli nuovi, il degrado è assicurato”.
“Per aiutare a comprendere lo stato del collasso amministrativo – chiarisce l’ex primo cittadino della Capitale – ecco otto esempi concreti: non esiste ancora un responsabile del coordinamento organizzativo delle istituzioni pubbliche in vista del Giubileo straordinario annunciato da papa Francesco da ormai 4 mesi e mezzo. Ad agosto, scadono i contratti di mille dipendenti delle scuole del Comune, ma la gara non è stata predisposta, e c’è il rischio che le scuole possano non riaprire. Rischio simile per i 3.500 dipendenti della Multiservizi: bando a rischio, e pure le attività di pulizia. E ancora: l’assistenza alloggiativa per centinaia di nuclei familiari (pare che circa il 30% dei fruitori non ne avrebbe diritto a termini di legge) scade, ma non si può prorogare. Il Comune non riesce ad assegnare le case popolari disponibili: oltre cento, oggi, sono vuote e a rischio occupazione. La chiusura (sacrosanta, attesa da 5 anni) della discarica di Malagrotta non è stata affiancata dalla messa a gara di una mini-discarica funzionale nei 130mila ettari del Comune di Roma, o nei dintorni. Una struttura indispensabile: costi per la collettività e sporcizia sono assai pesanti”.
“L’auditorium Città della musica è privo del nuovo Consiglio di amministrazione e, soprattutto – chiarisce Rutelli – dell’amministratore delegato: è stato annunciato, ma non nominato, con conseguenze fin troppo ovvie per la programmazione della più importante infrastruttura culturale della città e del Paese. Dopo i patologici affidamenti a coop sociali di lavori e funzioni emersi nell’inchiesta ‘Mafia Capitale’ (negli anni ’90, si trattava di una quota minima, e sana, assegnata in base alle leggi in vigore), questi servizi sono paralizzati: si veda la pulizia dei giardini e la condizione catastrofica del verde pubblico”.

