Roma, 9 lug. (LaPresse) – “Siamo delusi ma continueremo a mobilitarci”. Non depongono le armi gli studenti e i precari della scuola, riuniti in una piattaforma unica, dopo che la riforma della scuola stamattina è diventata legge. Della rete di protesta fanno parte Adam (Associazione docenti abilitati per merito); il coordinamento tirocinio formativo attivo II ciclo; il coordinamento nazionale docenti di educazione musicale; il coordinamento docenti precari; Link – coordinamento universitario; l’Unione degli studenti.

“Il Parlamento ha avallato – accusano – un modello di scuola di tipo aziendalistico, sottoposto ai diktat di un ‘preside-manager’, alla costante ricerca di finanziamenti privati. Suscitano sdegno e delusione la mancanza di un reale confronto con noi studenti, docenti, precari, abilitati e abilitandi, che in questi mesi abbiamo riempito le piazze di tutto il Paese veicolando la nostra idea di scuola pubblica, in netta antitesi rispetto al contenuto del ddl”.

“E’ drammatico il bilancio per la politica di reclutamento e accesso all’insegnamento – attacca Alessandra Operamolla, presidente di Adam -. Noi manifestiamo il nostro dissenso e continueremo a batterci”.

“E’ inaccettabile – commenta Daniela Servello, coordinamento Tfa secondo ciclo e coordinamento nazionale docenti di educazione musicale – che il Governo escluda gli abilitati più giovani dal piano di assunzioni, senza tenere conto delle effettive esigenze e del valore aggiunto che essi rappresentano per il sistema scolastico”. “Questa riforma è ben lontana dalla risoluzione del problema del precariato – dichiara Nicola Iannalfo del coordinamento docenti precari – e danneggia i diritti contrattuali dei docenti che saranno assunti con le nuove procedure messe in atto dal 2016”.

“Continueremo a far sentire la nostra voce – avvertono le associazioni – dal prossimo autunno, per il riconoscimento dei nostri diritti e per l’abrogazione di questa riforma antidemocratica, e ci mobiliteremo per un’istruzione pubblica e indipendente nel nostro Paese”.

L’Unione degli Studenti – che stamattina ha lanciato in piazza libri contro Montecitorio, in contemporanea con la votazione – accusa il Governo Renzi di “autoritarismo”.

“La nostra democrazia è tenuta in ostaggio – attacca Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti -. Dopo mesi di cortei, occupazioni, proposte alternative e scioperi è assurdo che non si sia fatto un passo indietro”. “Da settembre renderemo le scuole ingovernabili – promette -. Renzi non ha compreso l’entità della resistenza che metteremo in campo. Il movimento della scuola ha già dimostrato di essere maggioritario nel Paese e non si fermerà”

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata