Di Laura Carcano

Genova, 1 giu. (LaPresse) – Il risultato ufficiale della vittoria di Toti alle regionali è arrivato stamattina alle 11, ma il Consigliere politico di Forza Italia, che ha riconsegnato al centrodestra la Liguria dopo un decennio di amministrazione targata centrosinistra, aveva già stappato lo spumante in piazza De Ferrari a Genova nel cuore della notte fra selfie cori e abbracci. I liguri hanno scelto come presidente Toti, giornalista, europarlamentare azzurro, sostenuto da un centrodestra risultato vincente nella sua versione ‘ricompattata’ contro un Pd uscito invece diviso dalle primarie. Un centrodestra che ha incassato la vittoria con una coalizione composta da Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia e centristi di Area Popolare. Ma fondamentale e’ stato il turbo del Carroccio.Il Pd in Liguria è comunque il primo partito con il 25,63% dei voti. Il M5S si colloca come seconda forza politica al 22,29%, mentre Forza Italia si ferma al 12,66. Ma il boom e’ quello della Lega Nord che incassa il 20,25% dei consensi e diventa terzo.

Esce ampiamente sconfitta, invec, Raffaella Paita, candidata del Pd, con l’endorsement del governatore uscente Claudio Burlando e assessore della sua amministrazione per 4 anni. La quarantenne candidata dei dem, riconoscendo la “netta vittoria” di Toti e la propria pesante sconfitta” ha da subito puntato il dito contro l’ex Pd Luca Pastorino, sostenuto da Rete a sinistra e dai civatiani e lanciato come candidato governatore ligure dopo le primarie da Sergio Cofferati a seguito della vittoria della renziana Paita.

“Il Pd ha perso venti punti e noi abbiamo portato a votare persone che non avrebbero mai votato. Ha fatto dei disastri prima durante e dopo le primarie. Francamente non è colpa di qualcuno”, ribatte Pastorino, ex Pd, deputato e sindaco di Bogliasco, comune del genovese. Pastorino e’ stato deginito il candidato cosiddetto ‘antiPaita’, sostenuto, fra gli altri, da Rete a Sinistra e da Civati.

La sfida ligure, letta in chiave nazionale come un test politico per Renzi, ha portato il 34,44% dei voti a Giovanni Toti, alla candidata Pd Paita il 27,84% dei voti. La 5 Stelle Alice Salvatore ha preso il 24,84% dei voti alle regionali liguri e ha promesso: “saremo le sentinelle del Consiglio regionale”. Pastorino ha incassato il 9,41 %.

Su 31 seggi Il centrodestra che ha sostenuto Toti in tutto ne conquista 16. Finisce cosi’ 16 a 15 per il fronte del nuovo presidente della Regione Liguria, con rischi per la governabilità che il neo governatore ha escluso in conferenza stampa e su cui Paita invece ha insistito con forza oggi pomeriggio.

Proprio su questo tema è intervenuta così la sconfitta Paita: “Non faremo da spalla al centrodestra di Toti e della Lega. Ci sarà un problema di governabilità. Non saremo mai alleati di questa destra di Toti che ha dentro questa Lega”.

A Toti preme sottolineare che in Liguria non solo si volta pagina ma” non c’è più un feudo assoluto, ora abbiamo una regione normale con una alternanza”, ha detto.

“La Liguria e’ un laboratorio: l’onda renziana è durata solo un anno”, e’ l’interpretazione ‘nazionale’ di Toti del voto ligure che lo ha premiato.

Nel pomeriggio la Paita rompe il silenzio con una conferenza stampa nel suo point al porto antico a Genova e un po’ si sfoga: “Ho avuto un anno orribile in cui ho subito – dice- pesanti tiri incrociati. Ma nella campagna elettorale ho dato tutto quello che avevo da dare nell’interesse di tutti. Era in gioco il destino dei liguri non solo del Pd”.

La candidata dem sconfitta accusa, ma fa anche un po’ di autocritica: “Paita più Pastorino danno un risultato di netta vittoria del centrosinistra, ma la rottura lo ha impedito. – dice- C’è stato un dato negativo del Pd su tutta la Regione e a Genova e va analizzato con attenzione”.

“E’ stata una straordinaria performance della Lega con un cambio di forza nella coalizione di centro-destra”, aggiunge Paita. “La questione della sicurezza poteva essere affrontata in termini diversi”, dice Paita nella sua lettura dell’exploit del Carroccio alle regionali liguri “al 20%, un dato anomalo”, afferma.

E oggi un Toti, che ha evidenziato il ruolo determinante della Lega per il suo successo emettorale, annuncia: “Non siamo disponibili ad accogliere nuovi migranti. Qui in Liguria gli spazi sono piccoli, è buon senso, non è mancanza di solidarieta’”. “Non si possono scaricare qui i problemi non risolti a livello nazionale, il problema va risolto sulle coste della Libia non della Liguria”, ha aggiunto Toti, mentre gli siedeva accanto il vice segretario federale della Lega Edoardo Rixi, consigliere ligure uscente ed entrante.

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