Roma, 1 giu. (LaPresse) – Giochi praticamente chiusi nelle sette regioni italiane chiamate al voto. Le operazioni di scrutinio non sono ancora terminate in tutte le sette regioni, ma la situazione che si sta delineando conferma il 5 a 2 atteso alla vigilia, cioè cinque Regioni al centrosinistra e due al centrodestra. Con un ribaltamento la Liguria passa a Giovanni Toti (Fi) (guarda il VIDEO) , mentre la Campania nelle mani di Vincenzo De Luca, il candidato del Pd. Centrosinistra si conferma in Puglia con Emiliano (guarda il VIDEO) e in Toscana con Rossi (guarda il VIDEO), mentre la Lega premiata dal voto, mantiene la roccaforte Veneto con Zaia che sorpassa il 50% dei voti .

Esulta a Roma il Partito Democratico: “Un risultato netto che ci fa dire che siamo soddisfatti del lavoro fatto in questi mesi. Chiudiamo con un 5-2 netto”. Così Debora Serracchiani durante una conferenza stampa alla sede del Pd al Nazareno. “Ci amareggia il risultato della Ligura” ma “siamo ancora più determinati nel fare le riforme. Proprio la Liguria è al centro anche delle parole di Lorenzo Guerini, vicepresidente Pd: “Perdiamo in una regione e perdiamo perché un pezzo di centrosinistra, per costruire nuovi equilibri politici, qualcuno ha consegnato quella regione alla destra. Ora serve fare una riflessione” (Orfini: “Siamo gli unici affidabili” VIDEO)

Gelmini: “Ripartire dalla Liguria, Renzi è il vero sconfitto”. “Il centrodestra deve ripartire dalla Liguria: uniti si vince. Renzi è il vero sconfitto: l’astensione è contro il governo”. Mariastella Gelmini, di Forza Italia, commenta in questo modo, su Twitter, il risultato delle elezioni regionali.

Salvini: “Noi siamo l’alternativa a Renzi”. “Siamo noi l’alternativa di centrodestra a Renzi. E penso che si andrà presto alle elezioni: la Lega c’è, e accetta la scommessa di prendere un voto in più di lui e governare”. Così Matteo Salvini, in una intervista a La Repubblica, commenta i risultati delle elezioni regionali. E per la vittoria del leghista Luca Zaia in Veneto, doppiando la candidata del Pd Moretti, dice: “E’ eclatante. Ma io penso alla Toscana, alle Marche,all’Umbria: regioni dove avevamo il due per cento e dove oggi siamo la vera alternativa alla sinistra, regioni dove il centrodestra non faceva opposizione, perché Forza Italia si sedeva al tavolo con la maggioranza, e adesso si aprono una partita e una storia diverse. Senza contare la Liguria, naturalmente. Tre mesi fa era impensabile pensare di essere fondamentali in quella partita, ora tante mummie si devono ricredere”.

E alla domanda se anche qui il centrodestra deve dire grazie al carroccio risponde: “Hanno vinto i nostri programmi, gli elettori hanno fatto capire che non vogliono mezze misure e soluzioni democristiane. Alla faccia di chi parlava di fascismo, abbiamo conquistato voti anche in quelle Regioni”. E sul Sud aggiunge: “Qui già esserci è stato un grande risultato, sia in Sicilia che in Puglia. Dove l’accoglienza, al netto dei centri sociali, è stata sempre molto calorosa, perché abbiamo portato programmi con soluzioni”. “Adesso – conclude – si gioca sul campo nazionale, con questi dati Renzi dovrà riflettere molto, e vedo le elezioni avvicinarsi”.

Beppe Grillo: “Andiamo avanti, sempre meglio”.
“Io sarò sempre presente assieme a Casaleggio. Il M5S è la seconda, quasi la prima, forza del Paese. Andiamo avanti, andremo sempre meglio”.

LIGURIA. Va al centrodestra la Liguria dopo un decennio di amministrazione targata centrosinistra. I liguri hanno scelto come presidente della Regione Giovanni Toti, candidato sostenuto da un centrodestra risultato vincente nella sua versione unita contro un Pd uscito invece diviso dalle primarie. Un centrodestra che ha incassato la vittoria con una coalizione composta da Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia e centristi di Area Popolare.

E’ stata sconfitta invece Raffaella Paita, candidata del Pd, con l’endorsement del governatore uscente Claudio Burlando e assessore della sua amministrazione. La quarantenne candidata del Pd, riconoscendo nella notte la netta vittoria di Toti, ha puntato il dito contro la sinistra e il suo candidato, l’ex Dem Luca Pastorino.

“Il Pd ha perso venti punti e noi abbiamo portato a votare persone che non avrebbero mai votato. Ha fatto dei disastri prima durante e dopo le primarie. Francamente non è colpa di qualcuno”. Così Luca Pastorino, ex Pd, il candidato cosiddetto ‘antiPaita’, sostenuto, fra gli altri, da Rete a Sinistra, lanciato da Sergio Cofferati dopo che la dem Raffaella Paita ha vinto le primarie del Pd per la corsa al governo della Liguria.

Con il 34,44% dei voti Giovanni Toti, candidato governatore della Regione Liguria, si conferma ampiamente vincitore in base ai dati del Viminale, con 1790 seggi scrutinati su 1790. La candidata Pd Rafaella Paita ha conquistato il 27,84% dei voti, battua da Toti del centrodestra. La 5 stelle Alice Salvatore ha preso il 24,84% dei voti alle regionali liguri.

Su 30 seggi Il centrodestra che ha sostenuto Toti in tutto ne conquista 16. Paita, le sue liste e il Pd se ne aggiudicano 8. Il M5S prende 6 seggi. Pastorino 1. Le donne elette sono 5 su 30 eletti in totale in Consiglio regionale. Riconfermati dalla legislatura appena chiusa 9 su 30 consiglieri. “

Proprio sul tema della governabilità è intervenuta la sconfitta Paita: ” Non faremo da spalla al centrodestra di Toti e della Lega. Ci sarà un problema di governabilità. Non saremo mai alleati di questa destra di Toti che ha dentro questa Lega”.

VENETO. A scrutinio concluso (anche se tre sezioni non hanno comunicato i dati definitivi) la vittoria del leghista Luca Zaia in Veneto è sempre più schiacciante. Il candidato della Lega supera il 50% delle preferenze (50,13%) e doppia l’avversaria del centrosinistra, Alessandra Moretti che si ferma al 22,74%. Jacopo Berti del M5S è all’11,89, seguito dal ‘dissidente’ Flavio Tosi che resta all’11,80%.

“Il mio ruolo è diverso da quello del segretario politico, e come comparare un prete con l’amministratore. Il prete si occupa dell’anima. A me tocca amministrare, ad esempio i campi rom, che dove c’è illegalità non devono esistere. Ma in Veneto abbiamo anche 514mila immigrati regolari, e dobbiamo lavorare su questo tema”. Così Luca Zaia, riconfermato governatore del Veneto, nella conferenza stampa dopo le elezioni in corso alla sede della Lega a Treviso, in merito al suo rapporto con Matteo Salvini e alla sua leadership. “Renzi si professa di sinistra, ma fa l’occhioliono ai moderati – ha spiegato ancora Zaia – ma non esistono più destra o sinistra: la nuova politica è leadership e consenso. E Matteo Salvini è l’unico a contrapporsi a Renzi su questo fronte”.

In merito poi alla secessione, il riconfermato governatore spiega che “nel nostro statuto si parla di indipendenza della Padania” e rilanciando “il federalismo che è centripeto, aggrega il Paese, come in Germania. Mentre il centralismo disgrega il Paese, la costituzione è federalista, ma il modo in cui è stato gestito lo Stato finora è stato centralista”. “Ha vinto l’aver veicolato il messaggio ‘padroni a casa nostra’, chi non l’ha saputo interpretare non ha portato a casa il risultato. I veneti hanno scelto il nostro progetto”.

A Zaia 30 consiglieri su 51. E’ già definita la composizione del nuovo Consiglio regionale del Veneto uscito dalle urne ieri, anche se mancano ancora 3 sezioni alla fine dello scrutinio. In tutto ci saranno 49 consiglieri più il presidente Luca Zaia e il candidato dell’opposizione più votato, Alessandra Moretti. Grazie al risultato di coalizione messo a segno da Zaia che ha superato la soglia del 50 per cento dei voti validi, la nuova maggioranza sarà composta da 29 consiglieri più il presidente: 13 della lista Zaia, 10 della Lega Nord, 3 di Forza Italia, 2 di Indipendenza Noi Veneto e 1 di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. Sui banchi dell’opposizione siederanno 20 consiglieri, oltre ad Alessandra Moretti, in rappresentanza delle tre coalizioni: 11 consiglieri del centrosinistra (8 del Pd, 2 della lista Moretti, 1 di Veneto Civico), 5 della coalizione di Tosi (3 lista Tosi, 1 Ncd-Area popolare e di 1 Veneto del Fare), 4 del Movimento 5 stelle.

CAMPANIA. Passa al centrosinistra la Campania con il candidato, Vincenzo De Luca, che stacca quello del centrodestra, Stefano Caldoro. Il democratico è al momento in vantaggio con il 40,27% delle preferenze, mentre il governatore in carica è al 38,24%. Al momento il primo partito è il Pd, con il 20,08% delle preferenze, seguito da Forza Italia (18,45%) e dal Movimento 5 Stelle (18,11%).

“Per me è stato un successo straordinario: ringrazio il segretario del partito Renzi per la fiducia che mi ha dato” ha dichiarato De Luca celebrando la vittoria.”Inizia una stagione politica e abbiamo l’ambizione di porre termine alla lunga abitudine, in qualche caso superficiale, in qualche caso scorretta, in qualche caso infame, di inchiodare l’immagine della Campania e di Napoli a quella della criminalità”. Così il neo governatore della Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di una conferenza stampa presso la sede del suo comitato elettorale alla Stazione marittima, dove è stato accolto da una standing ovation.

M5S, dossier contro De Luca Dopo la vittoria di De Luca M5S all’attacco in Campania: “Abbiamo presentato un esposto contro De Luca alla procura della Repubblica, indirizzato anche al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno, completo di dossier su Vincenzo De Luca”. Così Valeria Ciarambino, candidata presidente del M5S in Puglia, a margine della conferenza stampa a Montecitorio dopo il voto delle Regionali.”Se ci saranno delle nuove elezioni, potremo valutare un procedimento per danno erariale – ha aggiunto la candidata M5S alla presidenza della Campania -. Valuteremo in ogni caso ogni provvedimento consentito dalla legge”.

TOSCANA. Enrico Rossi sarà per altri cinque anni il governatore della Toscana (guarda il VIDEO). Secondo i dati ufficiali l’esponente del Pd ha trionfato con il 48,03% corrispondente a 656.498 voti. Il risultato si riferisce a 3.967 sezioni su 3.969: mancano infatti all’appello due sezioni (in provincia di Arezzo) che non sono riuscite a completare le operazioni di scrutinio entro le 12 ore prescritte. In ogni caso le due sezioni sono ininfluenti rispetto al risultato finale, fanno sapere dalla Regione Toscana.

Al secondo posto Claudio Borghi (Lega Nord) con il 20,02% e in cifra assoluta 273.576 voti seguito dall’esponente dei 5 Stelle Giacomo Giannarelli (205.671 voti per il 15,05%).
Stefano Mugnai (Forza Italia) segue con 124.150 voti (il 9,08%) e Tommaso Fattori (Lista Sì. Toscana a sinistra) ottiene 85.826 voti per un 6,28%. Su circa 3 milioni di elettori ed elettrici iscritti, sono andati a votare in 1.441.510 (48,3%).

UMBRIA. Sono chiusi i giochi in Umbria, dove la presidente in carica, Catiuscia Marini, conquista il 42,78% dei voti e la rielezione. Il candidato del centrodestra, Claudio Ricci, si ferma al 39,27%.

PUGLIA. Il candidato del centrosinistra in Puglia, Michele Emiliano, ha stravinto. L’ex sindaco di Bari è oltre il 47,2%, seguito da Francesco Schittulli (18,3%) e dalla candidata del M5S, Antonella Laricchia (18,1%). Adriana Poli Bortone, sostenuta da Forza Italia, è al 14,47%.

MARCHE. Luca Ceriscoli, candidato del centrosinistra, è il nono presidente della Regione Marche nella decima legislatura. Le operazioni di scrutinio sono terminate e ha ottenuto il 41,04% dei voti.

AFFLUENZA Cala l’affluenza alle urne per le elezioni regionali. Nelle sette regioni dove si è votato il calo ha raggiunto almeno i dieci punti percentuali in meno rispetto al 2010. L’affluenza, infatti, è stata del 53,90% secondo i dati rilevati dal Viminale e relativi a Campania, Liguria, Veneto e Umbria mentre nelle precedenti consultazioni aveva raggiunto il 64,13%. E’ andata meglio in Veneto, dove i votanti sono stati il 57,16%. Male le Marche (49,7%), la Toscana (48,2%) e la Liguria (50,67%).

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