Roma, 31 mag. (LaPresse) – “Non è una bella pagina quella in cui un partito, il Pd, il mio partito, stronca il lavoro dell’Antimafia in nome di una convenienza elettorale”. Così la presidente dem della commissione Antimafia Rosy Bindi, in un’intervista a Repubblica, a proposito della lista dei cosiddetti impresentabili alle regionali. “Se in quell’elenco fosse mancato De Luca che, ahimè rientrava nei criteri del nostro codice – aggiunge -, come sarebbe stato giudicato il lavoro della commissione? Allora sì, avrebbero potuto affermare che usavo il lavoro della commissione a vantaggio degli interessi del mio partito”. “Non ho preso una decisione personale, ma sempre condivisa nell’ufficio di presidenza”, si difende Bindi, “i consulenti e i funzionari della commissione hanno esaminato i dati che provenivano dalla Procura antimafia e dalle procure distrettuali e circondariali. A parte la legge Severino, i dati su De Luca sono venuti fuori negli ultimi giorni”.
COMMISSIONE HA DECISO DI RIMANDARE A VENERDI’. “Io stessa – afferma Bindi – avevo proposto martedì all’ufficio di presidenza di fronte a dati ancora incompleti di alzare le mani. All’unanimità mi è stato detto di andare avanti fino a venerdì”. “Per me – continua – De Luca e gli altri sono innocenti fino a sentenza definitiva. Ma la politica non può fare riferimento solo a atti giudiziari, da qui il codice che precede l’intervento della magistratura. De Luca è stato un grande sindaco e un grande amministratore. Se i campani ritengono che questo sia un valore, lo voteranno. Conseguenze della Severino a parte, noi abbiamo fatto solo il nostro dovere”. “Non valuto l’opportunità politica dei candidati”, aggiunge rispondendo alla domanda se candidare De Luca sia stato un errore del Pd.
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