Roma, 18 gen. (LaPresse) – “Rispetto ai fondi europei il calcolo è presto fatto: se verrà scomputato completamente il cofinanziamento, per il 2015 queste nuove regole valgono circa 4 miliardi di euro, quello che era già conteggiato nei tendenziali. Quanto agli investimenti del piano Juncker non siamo ancora in grado di fare nessuna previsione”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, in un’intervista al Corriere della Sera, a proposito dei fondi aggiuntivi che l’Italia potrà investire con le nuove regole europee sulla flessibilità. “La convenienza del piano Juncker per il nostro Paese – prosegue – sta negli investimenti privati, soprattutto esteri, che può attirare: sul punto noi siamo molto deboli soprattutto nel settore delle infrastrutture”. “L’Europa – afferma il sottosegretario con delega ai fondi strutturali – ha bisogno di molta più flessibilità sugli investimenti di quella che, pure con soddisfazione, noi abbiamo salutato”. “Lo dissi – spiega al proposito Delrio – quando ero presidente dei sindaci italiani con Mario Monti: serve una golden rule piena. In una fase così recessiva con una così grande difficoltà occupazionale avrebbe avuto, e avrebbe molto senso ancora, far partire piani di investimenti nazionali e tenerli scomputati dal patto per certe categorie”. “Quello del Ponte è uno dei progetti più controversi che richiederebbe una riflessione che non mi pare in questo momento sia all’ordine del giorno del governo”, aggiunge Delrio a proposito del Ponte sullo Stretto. “I cittadini – prosegue – devono partecipare alle decisioni importanti ma al tempo stesso non possono esserci ricatti o veti sulle opere di interesse nazionale. Servono certezze per gli investitori”.

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