Roma, 21 mag. (LaPresse) – Mamma (di Guido e Margherita), avvocato e politica “appassionata”. Figlia e nipote “riformista progressista” di padre comunista e nonno partigiano democristiano. Alessandra Moretti, capolista del Pd nella circoscrizione Nord-Est per le prossime Europee si descrive così sul suo blog. Una laurea in Giurisprudenza presa negli anni di Tangentopoli, con una tesi sul femminicidio, poi l’impegno in politica, che inizia nel 1989, da “prima segretaria donna dell’Associazione Studenti di Vicenza”. La prima esperienza elettorale arriva 14 anni più tardi, nel 2003, quando partecipa come indipendente alle Amministrative di Vicenza. Nel 2007 la candidatura alle provinciali di Vicenza in una lista civica generazionale, chiamata ‘Under 35’, a sostegno della candidatura di Giorgio Carollo, che aveva fondato ‘Veneto per il PPE’ dopo aver lasciato Forza Italia, che le costerà in futuro le frecciatine di chi la accusa di essere stata di destra. “È questa una delle cose che più mi fanno sorridere”, taglia corto lei. Nel 2008 quello che Moretti definisce “uno dei momenti chiave” della sua vita: si candida come capolista in una lista civica di centro-sinistra alle amministrative, entra in consiglio comunale e viene nominata vicesindaco e assessore all’Istruzione e alle Politiche Giovanili del Comune di Vicenza. Nel 2009 entra a far parte della Direzione Nazionale del Partito Democratico, ma è il 2012 che segna “un’altra, importantissima tappa” nella vita di Alessandra Moretti che sceglie di sostenere Pier Luigi Bersani nella campagna per le elezioni primarie del centro-sinistra.
L’ex segretario Pd la nomina portavoce del Comitato nazionale insieme a Roberto Speranza e Tommaso Giuntella. E’ qui che le sue quotazioni e le sue apparizioni tv crescono, fino a quando alle elezioni politiche del 2013 viene eletta alla Camera dei deputati. Il Pd non vince le elezioni, Bersani si dimette da segretario e Moretti sceglie di appoggiare Gianni Cuperlo, “la persona che considero più vicina alla mia storia politica e alla mia idea di sinistra”. E’ però il suo sfidante Matteo Renzi a vincere il congresso democratico e a sceglierla per la sfida europea. “La notte del 9 aprile mi ha telefonato – racconta la deputata Pd sul suo blog – e nel suo inconfondibile accento fiorentino mi ha detto: ‘Alessandra, in passato hai fatto anche battaglie dure contro di me. Adesso c’è bisogno di restare uniti. In Europa dobbiamo mandare avanti chi ha entusiasmo e voglia di fare. Te ci stai?’ Ho accettato con determinazione – scrive – perché credo che la nostra Europa debba essere l’Europa della speranza”.
I capitoli del suo programma riguardano il lavoro, le politiche di genere, il made in Italy e il credito e la burocrazia per le Piccole e medie imprese. Molto attiva su Twitter (oltre 41mila i follower e 3.600 i cinguettii) e Facebook non disdegna di ‘scazzottare’ in rete con alcuni esponenti o simpatizzanti del M5S, magari parlando di costi della politica e rimborsi elettorali. “Lasciamo la paura. Riprendiamoci l’Europa con un sorriso”, saluta sul suo blog.
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