Torino, 12 mar. (La Presse) – Matteo Renzi ha telefonato a Cinzia Caggiani, la madre di Vito Scafidi, il ragazzo morto a 17 anni nel 2008 a scuola, al liceo Darwin di Rivoli (Torino), travolto da una trave crollata dal controsoffitto. Il premier ha promesso alla donna di dedicare al ragazzo la manovra di governo che destinerà due miliardi di euro per l’edilizia scolastica. Era stata Cinzia Scafidi, nei giorni scorsi a scrivere al premier. “Buongiorno Presidente Renzi – è l’incipit – sono Cinzia Caggiano e le scrivo per raccontarle la mia storia. Ho 44 anni e da 5 vivo in un incubo. E’ cominciato il 22 novembre 2008. Un sabato mattina come tanti, in cui ero al mercato a fare la spesa. Quando è arrivata una telefonata che ha spezzato in due la mia vita”.
“In questi 5 anni – prosegue – abbiamo visto passare quattro governi, quattro ministri per l’Istruzione. Tante promesse. Ma ancora oggi non esiste l’anagrafe per l’edilizia scolastica. Ancora oggi non abbiamo capito come siano stati investiti i fondi Cipe. Dopo la morte di Vito altri morti li abbiamo pianti a l’Aquila, alla Casa dello Studente. Prima della morte di Vito avevamo pianto gli angeli di San Giuliano di Puglia. Da allora non passa settimana in cui non raccolga delle notizie relative a incidenti nelle scuole, crolli di soffitti, lampadari, crepe nei muri. Ovunque in Italia. Che Paese è quello che permette che la scuola cada addosso agli studenti? Come coltiviamo il futuro dei giovani, il futuro dell’Italia? Il mio Vito non me lo darà indietro nessuno, ma io non smetto di portare in giro il messaggio di mio figlio: è dalla scuola che dobbiamo ripartire”.
“Ho letto del suo interesse per l’edilizia scolastica – conclude la donna – Le chiedo una cosa sola: continuità. Sono migliaia le scuole da sistemare, alcune si farebbe prima a costruirle dal nuovo. Ci vuole un piano nazionale ragionato, solo così le risorse si troveranno. Solo così smetteremo di piangere i morti e potremo tornare a pensare che quando i nostri figli sono a scuola, sono in un posto sicuro. Se avesse solo il tempo di un caffè le potrei raccontare quello di cui in questi 5 anni sono venuta a conoscenza”.
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