Roma, 2 mar. (LaPresse) – A pochi giorni dall’insediamento del nuovo governo e dalla nomina dei sottosegretari e viceministri è il caos al’interno della maggioranza di governo. A causarlo è il nome di Antonio Gentile, a cui Matteo Renzi ha affidato l’incarico di sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti. Senatore del Nuovo centrodestra, Gentile è ora al centro di una vera e propria bufera perché accusato da più parti di aver fatto pressioni, per interposta persona, allo stampatore di ‘L’ora della Calabria’ affinché il giornale non pubblicasse la notizia di una indagine a carico di suo figlio Andrea. A ricostruire la vicenda è stato il direttore dell’Ora, Luciano Regolo, che proprio sulle pagine del quotidiano, ha pubblicato l’audio di una telefonata tra l’editore, Afredo Citrigo e Umberto De Rose, stampatore, affinché si bloccasse l’usicta del pezzo. Dopo il no del direttore, il giornale non è comunque arrivato in edicola, a causa di un presunto guasto alle rotative. Insomma, ce n’è abbastanza per inquietare gli animi del Pd e far gridare al complotto quelli del Nuovo centrodestra.
“Non ho mai chiesto di bloccare le notizie su mio figlio – è la replica dello stesso Gentile – Contro di me ci sono accuse infamanti. La macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali”.
La presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, ha chiesto a Renzi e al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di “revocare subito” la nomina di Gentile, “perchè – ha spiegato – quella telefonata è inquietante”. Immediata la replica di Ncd. Per il capogruppo dei senatori, Maurizio Sacconi, quello dell sottosegretario è “un non-caso”, dettato “dal pregiudizio e dal sospetto nei confronti dell’avversario politico”. Opinione condivisa dal presidente del partito, Renato Schifani, che attacca: “Sul sottosegretario Gentile non abbiamo intenzione di accettare patenti di indegnità o di prestare il fianco a polemiche infondate. E’ in atto un’operazione mediatica e politica violenta, palesemente fondata sul nulla”. Anche l’ex ministro Gaetano Quagliariello è sulla stessa linea: “La polemica che si sta sviluppando intorno al presunto ‘caso Gentile’ – dice – denota superficialita’ e inconsapevolezza della corsa a precipizio che di questo passo si sta compiendo verso la barbarie e l’asservimento della politica a operazioni di altra natura”. La revoca della nomina è sostenuta anche da Sinistra ecologia e libertà (“Non può stare al governo di un Paese chi ha cercato di impedire l’uscita di un giornale”, afferma Celeste Costantino), dall’Italia dei valori (“Renzi cambi idea”, dice il segretario Ignazio Messina)
Della questione si sta occupando anche la Federazione nazionale della stampa italiana – il sindacato dei giornalisti – che per bocca del segretario, Franco Siddi, si augura che il governo “nel suo complesso, diradi le ombre”.
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