Roma, 24 feb. (LaPresse) – “Non ho l’età per fare il senatore” e questo “fa pensare”. Con queste parole esordisce il nuovo premier Matteo Renzi di fronte all’aula del Senato, dove chiede la fiducia per il suo esecutivo. “Chiedere la fiducia – sottolinea – è un gesto controcorrente” in una Italia che ne ha poca e dove è difficile concederla. Ma dopo averla chiesta, chiarisce bruscamente: “Vorrei essere l’ultimo presidente del Consiglio a chiedere la fiducia in quest’Aula”.

“BIMBI NATI IN ITALIA DEVONO POTERSI SENTIRE ITALIANI”. Prendendo in contropiede Angelino Alfano, al quale pare avesse assicurato che il nuovo esecutivo non avrebbe affrontato i temi dello ius soli e delle unioni civili, Renzi ha detto con chiarezza che su questi argomenti lui non si tirerà indietro. “Voglio lavorare sul tema dell’identità nelle scuole. Molti pensano che identità sia il contrario di integrazione, ma non è così. Il contrario di integrazione non è identità, è disintegrazione”. Occorre fare in modo di “permettere a quella bambina di quinta elementare che è nata nella stessa città della sua compagna di banco, di avere la possibilità di essere considerata italiana, come la sua compagna di banco. Lo sforzo non è affermare le ragioni contro gli altri, ma cercare punti di incontro possibili”.

“SERVE COMPROMESSO SU TEMA DELLE UNIONI CIVILI”. Renzi ha toccato anche il tema delle unioni civili. “Sui diritti – ha detto – si fa lo sforzo di ascoltarsi, questo è un cambio di metodo profondo. Si fa lo sforzo di trovare il compromesso anche quando non soddisfa del tutto”, annunciando una “intesa possibile su cui si è già lavorato in questi giorni”.

“UN PENSIERO PARTICOLARE A LETTA”. Con quella che è apparsa una sottile ironia, Renzi si è rivolto prima al premier uscente Enrico Letta e poi ai senatori grillini. “Il cambio nel governo – ha detto – non può in alcun modo oscurare il governo precedente, fatemi fare un pensiero particolare al presidente del consiglio uscente Enrico Letta”.

AI GRILLINI: “VI AIUTEREMO”. “Voglio dire ai miei senatori: non dimentichiamoci che svolgiamo una funzione sociale”, ha continuato, facendo riferimento ai colleghi del Movimento 5Stelle in questo momento “in difficolà con la base: non è facile stare in un partito dove c’è il capo che vi dice io non sono democratico”.

“ERAVAMO AL BIVIO”. “Si deve partire da un presupposto – ha detto Renzi – eravamo a un bivio: o elezioni, e ai colleghi del Movimento 5 stelle che si lamentano dico che nelle 4 elezioni regionali che si sono svolte il Pd si è sempre presentato e ha sempre vinto, mentre non posso dire la stessa cosa per voi, ma questo avrebbe portato a una riedizione del governo delle larghe intese; o potevamo allungare l’orizzonte politico, ma questo funzionerà solo avvertendo l’urgenza di un cambiamento politico”.

“PIANO DI QUALCHE MILIARDO PER EDILIZIA SCOLASTICA”. Renzi ha annunciato l’intenzione di intervenire immediatamente sull’edilizia scolastica, chiedendo un rapporto a sindaci e presidenti di Provincia sullo stato delle loro scuole. “Invierò – ha detto – agli ottomila sindaci e ai presidenti delle province superstiti una lettera per chiedere il punto della situazione sull’edilizia scolastica, seguendo una suggestione di Renzo Piano, che ha parlato di rammendare i nostri territori, le nostre periferie. E’ un’espressione molto bella”. “Dal 15 giugno al 15 settembre – spiega renzi – ci sarà un programma straordinario, dell’ordine di qualche miliardo di euro, sui singoli territori in base alle richieste dei sindaci. Di fronte alla crisi economica non si puo’ non partire dalle scuole”. “Dalla scuola – ha detto – riparte il Paese, dalla capacità di educare nasce la credibilità di un Paese, ma serve la concretezza amministrativa. Bisogna cambiare il patto di stabilità interna per quel che riguarda l’edilizia scolastica”. “Ogni mercoledì mattina – ha annunciato – mi recherò in una scuola, lo farò tutti i mercoledì. Comincerò da Treviso, la settimana successiva andrò in una scuola del Sud”.

“RIDUZIONE A DOPPIA CIFRA DEL CUNEO FISCALE”. Renzi ha anche annunciato una “riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale” per rilanciare le piccole e medie imprese.

“USCIAMO DALLA LAMENTAZIONE”. “Il Senato – ha proseguito il premier incariacato – esca dal genere letterario che i talk show hanno sdoganato ovvero il fatto che fuori dall’Italia tutto vada bene e da noi tutto male: usciamo dal coro della lamentazione, proviamo a immaginare un percorso concreto, diamoci delle scadenze dando concretamente dei passaggi puntuali”. “Questo consente di arrivare al primo luglio – aggiuge il premier – dando un valore sostanziale a quell’appuntamento chiamato semestre europeo”.

“L’EUROPA NON E’ LA MADRE DEI PROBLEMI”. “L’Europa – ha continuato – non è la madre dei nostri problemi, nella tradizione europea e europeista sta la certezza che l’Italia ha un futuro e non solo un passato. Non è la signora Merkel o il governatore Draghi a chiedere di rimettere a posto i conti pubblici ma è il rispetto nei nostri figli”. “Troppo spesso – aggiunge Renzi – si è considerata l’Europa come una matrigna, non possiamo immaginare che l’Europa risolva i nostri problemi”.

INTERROTTO DAI GRILLINI. Il discorso di Matteo Renzi per la fiducia al suo Governo, è stato già interrotto varie volte dai parlamentari grillini. Prima una risata sonora in aula ha distratto il premier, poi vari commenti a voce alta e applausi intergruppo dalle file alte dell’emiciclo. L’aula ha sopportato, e Renzi con il passare dei minuti ha deciso di non interrompersi più.

LA MOGLIE AGNESE SEGUE DAL LOGGIONE. Agnese Renzi in abito color panna senza maniche sta seguendo il discorso del marito al Senato dal primo ordine del loggione, sopra i banchi della parte destra dell’emiciclo. Le interruzioni rumorose dei grillini sono l’unico momento in cui distoglie lo sguardo dal premier.

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