Roma, 22 feb. (LaPresse) – “La ricreazione è finita”. E’ iniziato così, con una battuta in pieno stile renziano, il primo consiglio dei ministri che è terminato dopo un’ora a palazzo Chigi. Stando a quanto si apprende, il neo premier si è rivolto ai suoi ministri dopo aver suonato per la seconda volta campanella che dava il via ai lavori, a favore delle telecamere. E diretto verso la nuova ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha continuato: “Questa la dovevi dire tu”. I quindici ministri hanno hanno nominato Graziano Delrio a sottosegretario del presidente del Consiglio. Assente il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, a Sidney: presterà giuramento “prossimamente” nelle mani del Capo dello Stato.
IL TWEET DI RENZI – Matteo Renzi e i ministri hanno giurato al Colle questa mattina: dalle 11.48 il nuovo governo è ufficialmente insediato. In un tweet, poco prima di salire al Colle Renzi aveva scritto: “E’ un compito tosto ma siamo l’Italia ce la faremo”. Lunedì la fiducia in Senato, martedì il passaggio alla Camera.
GELO LETTA-RENZI – Gelido il passaggio di consegne fra l’ex premier Enrico Letta e il nuovo presidente del Consiglio Matteo Renzi. L’ex premier si è mostrato alle telecamere distaccato e impassibile all’emozione. Il suo volto era visibilmente gelido. Successivamente Letta nel cortile di palazzo Chigi ha ricevuto gli onori militari e ha lasciato la sede del governo tra gli applausi. Una rapidissima cerimonia come mai ricordata negli ultimi passaggi di consegna. Frettolosa anche la stretta di mano tra i due di fronte ai fotografi.
IL TWEET DI LETTA – E anche Letta si affida a twitter per l’ultimo saluto da palazzo Chigi, dove era salito circa dieci mesi fa come presidente del Consiglio incaricato. “Lascio#Chigi – ha twittato Letta -. Grazie Napolitano e tutti quelli che mi hanno sostentuto! Ora uno stacco via da Roma per prendere le migliori decisioni.#Futuro”.
LA SQUADRA – Sedici ministri, otto uomini e otto donne: è la squadra di governo presentata dal nuovo presidente del Consiglio che ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Ieri, dopo due ore e mezza di colloquio con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il premier ha presentato i nomi dei componenti del governo, il primo, ha detto “con la parità di genere”.
NAPOLITANO E RENZI – “Ringrazio il presidente Napolitano – ha esordito – farò di tutto per essere in grado di di meritare la sua fiducia”. E ancora: “Avverto la responsabilità, la delicatezza e lo straordinario onore di dare all’Italia un governo per dare speranza alle nuove generazioni”. “In questa vicenda – ha detto ancora Renzi – per come sono andate le cose, molti di noi si giocano qualcosa di più importante della carriera, si giocano la faccia. La faccia è più importante della carriera”.
NAPOLITANO: EVIDENTE IMPRONTA DI RENZI. “L’impronta di Renzi è evidente nei molti volti nuovi chiamati per la prima volta a ricoprire l’incarico di ministro”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo la presentazione della squadra di governo da parte di Matteo Renzi. Il Capo dello Stato ha precisato che “non c’è stato alcun braccio di ferro” e che i colloqui con il premier si sono svolti “in un clima di collaborazione istituzionale che si è rispecchiato in ripetuti scambi di opinioni e di consigli tra il presidente incaricato e il presidente della Repubblica come da consolidata prassi repubblicana”. Risponendo ai cronisti che gli chiedevano se il governo durerà fino alla fine della legislatura, Napolitano ha spiegato di poter mettere “la mano sul fuoco”, ma di sperare “che tutto vada per il meglio”.
LA SQUADRA DI GOVERNO. Ecco la nuova squadra. Graziano Delrio, braccio destro di Renzi, è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ad Angelino Alfano è rimasto il ministero degli Interni, ma ha dovuto rinunciare all’incarico di vicepremier. Agli Esteri va Federica Mogherini, alla Giustizia Andrea Orlando; Roberta Pinotti va alla Difesa, mentre all’Economia arriva Pier Carlo Padoan. Federica Guidi è la nuova ministra dello Sviluppo economico, Maurizio Martina, già sottosegretario alle Politiche agricole, alimentari e forestali, conquista la titolarità del ministero. All’Ambiente va Gian Luca Galletti, mentre Maurizio Lupi resta ai Trasporti e alle Infrastrutture; Stefania Giannini è la nuova ministra dell’Istruzione. Dario Franceschini si sposta al ministero della Cultura, mentre Beatrice Lorenzin è confermata alla Salute. Tre i ministri senza portafoglio: Maria Elena Boschi ale Riforme e ai Rapporti con il Parlamento, Maria Carmela Lanzetta agli Affari regionali e Marianna Madia alla Semplificazione e Pubblica amministrazione.
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