Roma, 14 ott. (LaPresse) – “Arriviamo a questo snodo cruciale alla fine di un percorso durato cinque mesi, nei quali abbiamo restituito 12 miliardi per il 2013-2015 dopo anni in cui i governi erano stati costretti solo a chiedere. E a pochi giorni dall’ultimo decreto con cui siamo rientrati sotto il limite del 3%. Quando mi guardo attorno e vedo il dibattito sui giornali e le richieste di forze politiche e parti sociali ho però l’impressione che non ci sia la consapevolezza di quanta strada ancora vi sia da percorrere prima che la crescita faccia percepire in concreto i risultati”. Lo afferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini in una intervista a La Stampa.
“Non voglio creare allarmismi – sottolinea, riferendosi alla necessità di tagli alla spesa – in nessun comparto. Questa è la scelta politica delle prossime ore. Anche perché la stagione dei tagli lineari che colpiscono allo stesso modo la difesa e la scuola l’abbiamo lasciata alle spalle. Questa volta dovrà essere più lo Stato a dare in termini di contenimento della spesa, del sistema dei comuni e delle regioni, nei confronti dei quali anzi va allentato il patto di stabilità interno, per consentire di spendere quello che hanno in cassa facendo lavorare le imprese”.
“Andrà deciso – prosegue – cosa fare domani al consiglio dei ministri. È evidente che l’ultima parola sarà del Parlamento ma mi piacerebbe un percorso diverso dalle vecchie finanziarie in cui ognuno tendeva ad aggiungere un micro intervento territoriale o settoriale, ma piuttosto concentrato sul tipo di scossa che serve al paese per un 2014 finalmente di crescita”.
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