Roma, 9 mar. (LaPresse) – “Se Bersani agli otti punti aggiungesse l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti non fa un atto di demagogia ma di serietà. E’ rimettersi in sintonia con il Paese”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi intervenendo al programma ‘Che tempo che fa’, parlando di un tema che è un cavallo di battaglia del movimento di Grillo.

Ecco quale è lo scenario per il Paese secondo Renzi, nel caso in cui il leader del pd non riuscisse a formare un esecutivo: “Se non ci sarà un governo Bersani mi sembra naturale che sia giocoforza che molto presto si torni a votare“, ha affermato Renzi intervenendo al programma di Fabio Fazio.

Se il segretario Bersani fallisse nella formazione di un esecutivo per Renzi la strada nel Pd prima di arrivare al voto anticipato è quella di tornare a dare la parola nuovamente ai cittadini per la scelta del leader della coalizione del centrosinistra:”Assolutamente sì: le primarie sono un passaggio obbligato. Sono un tema fondamentale. Portano il messaggio che il cittadino è importante”, risponde Renzi a una domanda del conduttore Fazio sulla possibilità di fare nuove primarie nel Pd in caso di voto a giugno prossimo.

Su un possibile ‘scouting’ del Pd verso i neoelettia 5 Stelle Renzi ha parlato così: “Ha vinto Bersani e ha il diritto di giocarsela. Io ho avuto un comportamento leale in un Paese affetto dallo ‘scilipotismo’, l’arte di cambiare casacca”. “Spero che lo scilipotismo non diventi una caccia al grillino, cioè adotta anche tu un grillino che passa. Lo contestavamo quando lo facevano gli altri”, ha aggiunto.

E sulll’esito che hanno avuto le elezioni in cui Grillo ha trionfato e il Pd non ha vinto ottenendo la maggioranza assoluta alla Camera, conquistata per il rotto della cuffia, ma non a Palazzo Madama il ‘rottamatore’ taglia corto e non si guarda indietro: “E’ insopportabile vivere di rimpianti e nostalgie”, ha detto il sindaco di Firenze rispondendo a Fazio che gli ha chiesto se il risultato elettorale sarebbe stato diverso seci fosse stato lo stesso Renzi a guidare il centrosinistra.

E poi sul modo in cui il Pd funziona e si confronta al suo interno Renzi la pensa così: “Il partito non deve fare riunioni che sembrano terapie di gruppo”.

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