Milano, 7 mar. (LaPresse) – Seconda condanna in meno di cinque mesi per Silvio Berlusconi. Dopo il verdetto di primo grado a 4 anni per frode fiscale sul caso Mediaset, oggi il Cavaliere è stato condannato a un anno per il caso Bnl-Unipol.

COLPEVOLE DI CONCORSO IN RIVELAZIONE DEL SEGRETO D’UFFICIO. I giudici della quarta sezione penale presieduti da Oscar Magi lo hanno ritenuto colpevole del reato di concorso in rivelazione del segreto d’ufficio con i fratello Paolo, accogliendo in pieno le richieste della pubblica accusa. Il pm Maurizio Romanelli nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto per l’ex premier proprio una condanna di un anno. Paolo Berlusconi, editore de ‘il Gornale’ che pubblicò il famoso dialogo tra Fassino e Consorte, e stato condannato a 2 anni e 3 mesi. I giudici hanno anche disposto un risarcimento per l’allora leader dei Ds, Piero Fassino, di 80mila euro, che aveva chiesto 1 milione di euro.

CONDANNATO A 4 ANNI PER I DIRITTI TV MEDIASET. Nel processo di primo grado nel caso Mediaset, il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto una condanna a 3 anni e 8 mesi per frode fiscale nella compravendita dei diritti tv per film destinati ad essere trasmessi sulle reti Mediaset. I giudici della prima sezione penale, presieduti da Edoardo D’Avossa, sono stati più severi e lo hanno condannato a 4 anni.

LONGO: “MI SAREBBE PIACIUTO DIFENDERE AGNELLI A TORINO, NON BERLUSCONI A MILANO”. Al termine dell’udienza, l’avvocato Piero Longo ha definito “sorprendente” la condanna per il Cavaliere, anche se secondo lui “è difficile difendere Silvio Berlusconi a Milano” e comporta una grande fatica fisica. “Quanto mi sarebbe piaciuto difendere Agnelli a Torino – ha aggiunto – mentre invece sono qui a difendere, con l’avvocato Ghedini, Berlusconi a Milano”. Longo ha sottolineato che si tratta della “prima volta che in Italia si viene condannati per violazione del segreto d’ufficio”. Ed è proprio per fare fronte contro “certi magistrati” il 23 marzo a Piazza San Giovanni Silvio Berlusconi ha chiamato a raccolta i sostenitori per una manifestazione contro i giudici troppo schierati politicamente. “Il 23 marzo ci sarò”, ha assicurato l’avvocato – deputato, eletto alla Camera in Veneto.

IN ARRIVO SENTENZE RUBY E APPELLO MEDIASET. Le tensioni tra il Pdl e le toghe sono destinate ad crescere, e non solo perché questa condanna arriva in una fase molto delicata dal punto di vista politico e rischia di avere effetti sugli equilibri trai partiti n vista della formazione del nuovo governo e della scelta del Presidente della Repubblica. La lista delle condanne per Berlusconi potrebbe infatti allungarsi ulteriormente. Il 18 marzo ci sarà il verdetto sul caso Ruby, che vede il Cavaliere imputato per concussione e prostituzione minorile. La sentenza, tuttavia, potrebbe slittare di alcuni giorni. Per l’udienza di domani, dedicata alla requisitoria dei pm Antonio Sangermano e Ilda Boccassini, i legali di Berlusconi hanno chiesto il legittimo impedimento per il leader del Pdl, bloccato a Roma da una serie di incontri politici tra cui l’ufficio di presidenza del partito e nel pomeriggio alle 17.30 un incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti e i leader delle principali forze politiche per mettere a punto una strategia comune in vista del prossimo Consiglio Europeo. Sabato 23 marzo sarà la volta della la sentenza d’appello per la vicenda dei diritti tv di Mediaset. La Procura generale ha già chiesto per lui la conferma della condanna a 4 anni in primo grado.

BERLUSCONI: “INTOLLERABILE”. “È davvero impossibile tollerare una simile persecuzione giudiziaria che dura da vent’anni e che si ravviva ogni qual volta vi sono momenti particolarmente complessi nella vita politica del Paese”, commenta Berlusconi in una nota diffusa dal Pdl. “La sentenza del tribunale di Milano sulla vicenda Unipol comprova quanto sostengo da sempre. Sono stato oggetto di migliaia di articoli di giornali e di trasmissioni televisive che hanno propagato ogni e qualsivoglia notizia di indagine sia coperta da segreto sia con divieto di pubblicazione. Ho presentato decine di denuncie in merito e mai e poi mai si è arrivati ad un processo – aggiunge Berlusconi – in un caso hanno addirittura smarrito il fascicolo con la mia denuncia”.

Per Berlusconi “per la pubblicazione su un giornale non controllato in alcun modo da me, senza neppure portare a processo il direttore responsabile dell’epoca, mi si condanna perché avrei prima della pubblicazione ascoltato la intercettazione in oggetto”. “Mai l’ho ascoltata ma anche se l’avessi ascoltata, e non è vero, tutti hanno escluso che vi sia mai stata una mia compartecipazione a tale pubblicazione – ricorda Berlusconi – soltanto una vera e completa riforma della giustizia potrà consentire che ai cittadini italiani non accada ciò che continuamente accade a me da 20 anni e che continuerà ad accadere, poiché sono ben conscio che anche nei prossimi appuntamenti giudiziari non vi sarà spazio per le doverose assoluzioni che dovrebbero essere pronunciate nei miei confronti e che solo in Corte di Cassazione sarà possibile, come accaduto puntualmente ieri, ottenere giustizia”.

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