Roma, 14 set. (LaPresse) – L’appuntamento era previsto alle 18.30. Un incontro come quello degli anni passati, durante il quale confrontarsi con i giovani del Pdl e rispondere alle loro domande. E invece l’ex premier Silvio Berlusconi, rientrato ieri dalle vacanze in Kenya, ha detto no ad Atreju e ha preferito restare ad Arcore, lasciando centinaia di giovani ad attenderlo invano. Un forfait, il suo, che non è piaciuto a Giorgia Meloni, anima dell’iniziativa, che affidato ad una nota le sue perplessità. “Mi dispiace – ha detto l’ex ministro – che il presidente Berlusconi abbia scelto di non partecipare, per la prima volta, al tradizionale confronto con i giovani di Atreju che ogni anno apre la stagione politica. Negare loro questa possibilità per questioni di tattica è, a mio personale avviso, un peccato”. Per Meloni la responsabilità della decisione dell’ex premier di non partecipare al dibattito sarebbe da attribuire a “qualche consigliere” del Pdl, con lo scopo di chiuderlo “in una teca, mettendolo in guardia dal partecipare a manifestazioni, dal parlare in pubblico, dall’avere rapporti con la gente”.
A rispondere alle critiche, seppure a distanza, è stato lo stesso Berlusconi, che ha rotto il silenzio delle ultime settimane affidando a Facebook il compito di spiegare le ragioni della rinuncia, citando anche le Sacre Scritture. “Sta scritto nella Bibbia – commenta il Cavaliere – che c’è un tempo per parlare e un tempo per riflettere. Forse oggi, di fronte a tanta confusione, è meglio riflettere. I giovani di Atreju lo capiranno. Per questo li saluto con affetto, dando loro un altro appuntamento. Un abbraccio a Giorgia e a presto!”.
Sopra e sotto il palco della Giovane Italia, intanto, i partecipanti alla convention non hanno gradito l’atteggiamento del loro leader. I più ‘politically correct’ ammettono di essere “dispiaciuti”, ma gli altri, quelli che magari hanno fatto centinaia di chilometri proprio per vederlo, sono davvero arrabbiati. “Berlusconi non viene? Peggio per lui, noi volevamo solo avere un confronto e dargli la nostra spinta, il nostro entusiasmo”. I giovani di Atreju continuano a preparare incontri, accogliere ospiti, spostare le sedie da un palco all’altro per “rendere speciale” la loro festa, in corso a Roma fino a domenica, ma la delusione per “la buca” rifilata loro da Silvio Berlusconi è tanta.
Dispiaciuto anche Marco Perissa, presidente di quella Giovane Italia che ha organizzato la festa. Tocca a lui salire sul palco invece del Cavaliere: “Dirò ai ragazzi – spiegac – che capisco la loro delusione, che si tratta di un’occasione sprecata. Per dei ragazzi di 20 anni che ogni giorno si impegnano sul territorio questa era un’occasione di confronto con chi prende le decisioni. Non vuole sciogliere la riserva sulla candidatura qui ad Atreju? Chi se ne frega! Gli avremmo fatto una domanda sulle primarie, sì, ma poi avremmo parlato di lavoro, tasse, Europa”.
Marco spiega che “il momento è difficile”, la fase “delicata”, ma non riesce a convincerli tutti. “Berlusconi non viene? Meglio – risponde con rabbia qualcuno – avrebbe detto cose che non mi sarebbero piaciute”. “Silvio salta? Vorrà dire che diventerà più alto”, scherza qualcun altro. E se chi ha in gestione gli stand si lamenta “perché se lui non viene qui c’è proprio meno gente e non incassiamo nulla”, c’è anche chi la prende con filosofia: “Ormai Berlusconi è sparito, fa come Grillo: avrà capito che funziona!”.
Dopo averlo atteso invano, per riempire l’assenza di Berlusconi, i ragazzi e le ragazze di Atreju, la festa dei giovani del Pdl in corso a Roma, hanno intervistato il “Berlusconi che vorrebbero”. Un finto Cavaliere in collegamento telefonico ha così risposto a chi gli chiedeva se fosse pronto a sciogliere la riserva sulla sua candidatura a premier: “Oggi stesso chiederò ad Alfano di convocare un’assemblea straordinaria del partito, per prendere una decisione definitiva sul nostro candidato alle prossime politiche”. Alla domanda sulle primarie, ha invece risposto: “Siamo il popolo del merito e della libera concorrenza, figuratevi se posso essere contrario alle primarie”. Affermazione che ha scatenato l’acclamazione della platea.
Sulla riforma delle legge elettorale, ha poi affermato: “Pur non essendo un fan delle preferenze, sono pronto a sostenerne l’introduzione, pur di cancellare l’abominio illiberale e liberticida dei listini bloccati. Sono stufo, infatti, di aver la fila davanti la porta del mio ufficio di aspiranti parlamentari in cerca di un posto sicuro”.
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