Cernobbio (Como), 8 set. (LaPresse) – Un anno dopo il crollo del governo Berlusconi Tremonti torna a Cernobbio, e ne ha per tutti e si prende una sala di Villa d’Este per sfogarsi a margine del workshop Ambrosetti. Berlusconi è l’artefice del crollo del governo: “Lessi la lettera della Bce a Palazzo Chigi nello studio del dottor Gianni Letta, non l’avevo chiesta e ne ignoravo l’esistenza. A differenza anche del Quirinale”. Fu l’inizio della fine? “Fu un errore interno del governo, un’autodistruzione proseguita a Cannes”.

Due mesi dopo arriva Monti, e secondo Tremonti non cambia nulla: “E’ stata una scelta fortemente discutibile. Monti doveva darci stabilità finanziaria, crescita e e riforme. Invece lo spread resta alto, la crescita segna un bel -3%, le riforme sono state sbagliate. I tecnici hanno fatto molti errori tecnici, a cominciare dagli esodati”.

Il futuro è ancora peggiore per Tremonti: “I partiti in Italia si sono ridotti a fare i guardiani dell’argenteria nel castello. Se lasci spazio ai tecnici è logico che monti la protesta. Su internet ci sono movimenti incredibili”.

Quindi cosa succederà dopo Monti? “Allo stato delle cose, il 40% degli italiani si asterrà, ma non come negli Usa perché ‘delega’ il suo voto fidandosi, ma perché protesta e non vuol più sentir parlare di politici”.

Sembra una storia già vista. “Siamo messi esattamente come nel 1991-1992. Dopo le elezioni, come allora, molti partiti spariranno, e una grosse koalition proprio non la vedo. Vedremo”.

E i vari strumenti anti-spread, compreso l’ultimo varato dalla Bce, che fine faranno? “I problemi di soldi non si risolvono solo con i soldi. Queste sigle sono una parte della soluzione del problema. Ma non basta”.

Quindi sbaglia anche Draghi? “Serve tempo per valutare gli effetti delle decisioni di giovedì, di certo sorprende questa preferenza ai titoli a 1 e 3 anni. Mi chiedo chi pagherà gli interessi. E’ un meccanismo di rinvio, giro i soldi da una parte all’altra. Che poi mi chiedo come farà il Parlamento tedesco ad approvare la richiesta di salvataggio di un Paese in difficoltà, ad esempio la Spagna”.

L’euro quindi sparirà? “No, perché se sparisce l’euro, avremmo costi insostenibili ma anche politicamente sarebbe una cosa devastante. L’euro tiene in piedi la politica e viceversa”.

Qual’è la ricetta? “La sto scrivendo, il manifesto del mio movimento ce l’ho in testa devo scriverlo. Né destra, né sinistra, non esistono più. Noi invece alle elezioni ci saremo”.

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