Roma, 19 lug. (LaPresse) – “Io non ho mai ricattato nessuno, meno che mai il mio amico Silvio. Io ho costruito un impero per Berlusconi e forse di soldi me ne deve ancora”. Marcello Dell’Utri, accusato di estorsione ai danni dell’ex presidente del Consiglio, al quale è legato da una storica amicizia, commenta così il nuovo filone di indagine della Procura di Palermo e lo fa attraverso una lunga intervista a Repubblica. “Qui sono pazzi, non capiscono un cazzo” dice il senatore a proposito dei 20 milioni di euro ricevuti da Berlusconi, ufficialmente per l’acquisto di una villa sul lago di Como. Passaggio di denaro avvenuto alla vigilia della sentenza della Cassazione che che avrebbe dovuto rendere definitiva la condanna di Dell’Utri a 7 anni e che invece portò al nuovo processo d’appello.

Per i magistrati i 20 milioni spesi da Berlusconi sarebbero troppi per giustificare l’acquisto della casa (“Quella villa era in vendita da due anni e il suo valore è di 30 milioni” dice a Repubblica Dell’Utri). Il senatore rimanda al mittente l’accusa di estorsione, che è, spiega, “una cosa ridicola, senza senso, frutto di fanatismo e prevenzione. Io non ho mai ricattato nessuno”. L’indagine è, per Dell’Utri, frutto “dell’annuncio del ritorno in campo di Berlusconi”, un “processo politico”. E su Mangano, lo stalliere di Arcore, accusato di diversi omicidi e considerato esponente di spicco della mafia, come già fatto nel 2008, Dell’Utri non ha dubbi: “E’ il mio eroe”. Ha pagato “per non aver ceduto al ricatto di accusare me e Berlusconi”.

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