Vernazza (La Spezia), 21 mar. (LaPresse) – “Va sollevato il grande problema nazionale della tutela e della valorizzazione del territorio. Dovere è garantire la sicurezza dal rischio di dissesto idrogeologico a cui il nostro Paese è esposto in modo particolare. Si è parlato di emergenza e prevenzione: è un problema che ci trasciniamo da decenni. Già nell’alluvione di Firenze del 1966 ci fu una grande mobilitazione di energie con volontari italiani e stranieri e già allora si pose il problema della difesa del suolo, della messa in sicurezza del territorio”. Lo ha detto il presidente della repubblica Giorgio Napolitano durante la sua visita a Vernazza, una delle zone più colpite dalle alluvioni di questo inverno. “Si è trattato – ha proseguito – di una lunga storia di piani, di stanziamenti, di progetti disgregatisi e persisi per la strada, non portati a compimento: questa è la dura storia, questa è la realtà. Quante volte abbiamo rinviato quello che non eravamo stati capaci di fare? Oggi il rischio è ancora più acuto perchè siamo nell’epoca dei cambiamenti climatici. Abbiamo bisogno di qualcosa di ancora più determinante. Ci sono ancora dei nodi da sciogliere”. Napolitano si è poi soffermato sul problema delle risorse limitate e del debito pubblico che “non può essere scaricato sui giovani”.

Dal capo dello Stato, poi, un appello alla politica che deve “stabilire delle priorità” e trovare convergenza sugli investimenti pubblici: “La priorità è avviare una revisione selettiva della spesa pubblica. Se si taglia alla cieca non si va da nessuna parte, si calpestano esigenze indispensabili. Non è vero che non è possibile stabilire delle priorità. Dire che non esistono priorità è negazione della politica che è invece sapienza delle scelte. Dobbiamo riuscire a fare una selezione e a trovare le risorse per un nuovo piano di difesa e valorizzazione del territorio”. “Si competa – ha detto il capo dello Stato – ma non ci si faccia concorrenza elettorale su cose su cui non bisogna disputarsi un consenso fuorviante”. Al termine del suo discorso Napolitano si è poi commosso mentre diceva: “Lo Stato deve essere capace di reagire alle avversità, deve essere distributore di risorse, garante dell’attuazione delle leggi e degli impegni. Questo è lo Stato che manca e di cui abbiamo bisogno. Essere qua oggi mi dà un senso di grande speranza e grande responsabilità”.

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