Roma, 12 mar. (LaPresse) – Il decreto legge sulle Liberalizzazioni anche alla Camera subisce la pioggia di emendamenti. Il provvedimento, ribattezzato dal premier Mario Monti,’cresci Italia’ è approdato nelle commissioni Finanze e Attività produttive, che allo scadere della presentazione si sono ritrovate sul tavolo circa 1.000 proposte di modifica, la metà a firma della Lega Nord. Nel dettaglio il Carroccio ne ha depositate 390, 122 a firma del Pdl, 120 del Pd, oltre 130 dell’Idv e 80 del Terzo Polo, a cui si aggiungono gli emendamenti di iniziativa dei singoli parlamentare appartenenti agli altri gruppi.
Domani se ne deciderà l’ammissibilità e si partirà con la discussione e il voto. Il decreto legge, abbondantemente modificato dal Senato e approvato nella stessa sede con il ricordo al voto di fiducia, deve essere convertito entro il 24 marzo, pena la scadenza. Ecco perché i deputati, reclamando l’autonomia della Camera per ulteriore aggiustamenti, temono di non poter apportare le modifiche volute a cause dei tempi ristretti. Il calendario del provvedimento è infatti ben scandito: il testo dovrà approdare in aula a Montecitorio il 19 marzo. Ecco allora che prima di ricorrere all’ennesima fiducia per blindare il testo si pensa a portare il premier Monti in commissione.
L’obiettivo è quello di ufficializzare l’impegno del governo a trattare argomenti lasciate fuori dal provvedimento (come la norma salva banche, ndr.) “in altra sede”. Secondo quanto riferito dalla presidente della commissione Attività produttive e relatrice, Manuela Dal Lago (Lega), nessun gruppo parlamentare e nemmeno i due relatori hanno presentato emendamenti al dl che eliminano la norma inserita dal Senato e contestata dall’Abi, che rende nulle le commissioni bancarie.
Per quanto riguarda gli emendamenti leghisti, il Carroccio ha presentato molte modifiche conosciute durante l’iter del dl Semplificazioni: tesoreria unica, banche e liberalizzazione degli orari dei negozi. Il Carroccio per quanto riguarda la tesoreria unica, vuol far restare le risorse ai Comuni, mentre nelle norme indirizzate alle banche i leghisti vogliono una maggiore immissione di liquidità per le piccole e medie imprese, senza toccare le commissioni, perché secondo il Carroccio va bene l’annullamento dei costi introdotto al Senato. Negli ultimi emendamenti indirizzati alla liberalizzazioni degli orari dei negozi, per la Lega serve più cautela e per questo chiedono maggiore autonomia nella gestione da parte dei Comuni.
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