Roma, 11 mar. (LaPresse) – “Non mi auguro nessun rimpasto né un Monti bis. Questo Governo e questa fase possono reggere, soltanto rispettando le scelte già condivise. Mischiare il governo Monti con un governo di larghe intese non porterà da nessuna parte nè in questa legislature, né nella prossima”. Roby Bindi, presidente dell’assemblea nazionale del Pd, intervistata da Maria Latella per Sky Tg 24, punta tutto sui professori e chiude a qualsiasi alternativa. Anche perché il clima con il Pdl si sempre più teso. – “C’è stata molta propaganda nelle parole del segretario del Pdl Alfano sentite ieri. Parlare di lavoro per loro è un modo per non parlare di giustizia e televisioni. Ma i toni di propaganda e scontro ideologico non aiutano” spiega infatti la Bindi che sulla Rai aggiunge: “La gestione del servizio pubblico pesa in modo evidente sulla vita del Paese. Alfano e il Pdl sono però interessati che si vada avanti come niente fosse successo”.
Bindi si sente anche punta sul vivo quando le si ricordano le parole di Alfano sui matrimoni gay, che secondo il segretario del Pdl sarebbero la priorità del Pd: “La famiglia fondata sul matrimonio ha la priorità, lo dice la costituzione. Ma il Pd non ignorerà i diritti di tutti. Il matrimonio però è solo eterosessuale, è un punto molto fermo”. Bindi poi aggiunge, chiamando in causa anche il governo Monti che “serve politica sulla famiglia, e noi del Pd la faremo quando vinceremo le elezioni, e spero che la famiglia trovi spazio già adesso nel tavolo sul welfare e lavoro aperto da questo governo”. Velate critiche a Monti e al suo esecutivo arrivano anche a proposito della gestione del dramma nigeriano: “E’ una vicenda che ha dei lati oscuri, sia per quanto riguarda i nostri rapporti con la Gran Bretagna sia nell’equilibrio tra i poteri dei ministeri e quelli dei servizi. Il Governo deve farsi carico con maggiore sollecitudine anche degli impegni del quotidiano. I ministri non possono agire al rallentatore”.
La Bindi critica anche l’impostazione che si sta dando alla nuova legge elettorale: “La legge elettorale attuale è pessima. Un primo passo avanti si fa restituendo a cittadini la possibilità di scegliere il proprio candidato. Tutti, e non solo metà come previsto dalle bozze di nuova legge in discussione in queste settimane. Togliamo questo premio di maggioranza, ma premiamo però chi governa con una coalizione dichiarandola prima delle elezioni. Italia ha bisogno di un bipolarismo maturo ed europeo, no a moltipolarismo, che nascerebbe dalla nuova legge di cui si discute in questa fase”. Bindi non nasconde anche la necessità di una riforma del finanziamento ai partiti, e sul caso Lusi non fa sconti: “Penso che ciò che è restato nella casse della Margherita vada restituito allo Stato. Sono assolutamente necessarie delle regole democratiche per verificare l’uso dei fondi derivanti dal finanziamento pubblico dei partiti, per togliere potere a chi gestisce fondi”.
Infine il futuro del centrosinistra, che non esploderà sul caso Margherita, come predetto da Lusi, ma certo unito non è, a partire dalla scelta del candidato. “Bersani sarà candidato nel 2013? E’ una scelta che spetta al partito e alla coalizione. Ci sono le condizioni perché Bersani guidi il Governo che vincerà le elezioni del 2013”.

