Torino, 4 mar. (LaPresse) – “La decisione di costruire la linea ad alta capacità è stata presa oltre vent’anni fa. In questo periodo tutto è cambiato: sul piano delle conoscenze dei danni ambientali, nella situazione economica, nelle politche dei trasporti, nelle prospettive dello sviluppo. I lavori per il tunnel preparatorio non sono ancora iniziati, come dice la stessa società costruttrice. E non è vero che a livello sovranazionale è già tutto deciso e che l’opera è ormai inevitabile”. E’ il testo dell’appello, primo firmatario don Luigi Ciotti, rivolto al governo da vari politici e intellettuali, tra cui Livio Pepino, ex componente del Consiglio superiore della magistratura e Giovanni Palombarini, ex procuratore aggiunto di Cassazione.
“L’Unione europea – si legge nel testo – ha riaperto la questione dei fondi, dei progetti e delle priorità rispetto alle Reti transeuropee ed è impegnata in un processo legislativo che finirà solo fra un anno e mezzo. Lo stesso accordo intergovernativo fra la Francia e l’Italia sarà ratificato solo quando sarà conosciuto l’intervento finanziario della Ue, quindi fra parecchi mesi. E anche i lavori sulla tratta francese non sono iniziati né prossimi. Dunque aprire un tavolo di confronto reale su opportunità, praticabilità e costi dell’opera e sulle eventuali alternative non provocherebbe alcun ritardo né alcuna marcia indietro pregiudiziale”.
“Dopo mesi in cui la politica – scrivono i firmatari – ha omesso il confronto e il dialogo necessari con la popolazione della valle, la situazione di tensione in Val Susa ha raggiunto il livello di guardia”. “Un Governo di tecnici – spiegano – non può avere paura dello studio, dell’approfondimento, della scienza. Numerose scelte precedenti sono state accantonate (da quelle relative al ponte sullo stretto a quelle concernenti la candidatura per le Olimpiadi). Noi oggi chiediamo molto meno. Chiediamo di approfondire i problemi ascoltando i molti tecnici che da tempo stanno studiando il problema, di non deludere tanta parte del Paese, di dimostrare con i fatti che l’interesse pubblico viene prima di quello dei poteri forti”. Tra i firmatari anche Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, Giorgio Airaudo, responsabile nazionale auto Fiom, Niki Vendola, presidente della Regione Puglia e Paolo Beni, presidente dell’Arci.
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