Roma, 2 mar. (LaPresse) – Si è tenuto questa sera a Palazzo Chigi un vertice per l’asse ferroviario Tav Torino-Lione. Presenti il presidente del Consiglio Mario Monti, i ministri degli Interni Anna Maria Cancellieri, dello Sviluppo economico, Trasporti e Infrastrutture Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini, della Giustizia Paola Severino, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà e il Commissario straordinario di governo per la Tav, Mario Virano.
Nel corso dell’incontro “si è confermata l’intenzione del Governo di proseguire nella realizzazione dell’opera infrastrutturale, parte del corridoio mediterraneo e, in quanto tale, inserita nella rete strategica dell’Unione Europea. La decisione conferma il complesso processo decisionale avviato negli scorsi anni – anche attraverso un approfondito lavoro di concertazione con le comunità e gli enti locali – e portato a compimento con l’accordo firmato a Roma lo scorso 30 gennaio tra Governo italiano e francese”. Lo scrive il Governo in una nota. “Dal completamento dell’opera – spiega Palazzo Chigi – si attendono vantaggi importanti dal punto di vista infrastrutturale, ambientale e occupazionale. In particolare, si dimezzano i tempi di percorrenza (da Torino a Chambery si passa da 152 minuti a 73; da Parigi a Milano da 7 a 4 ore), mentre la portata delle merci si raddoppia a parità di trazione (da 1.050 a 2.050 tonnellate per treno) con costi di esercizio quasi dimezzati. Si riduce sensibilmente il numero di camion su strada (circa 600.000/anno) nel delicato ambiente alpino”. Secondo Palazzo Chigi con la realizzazione della Tav “si genera lavoro e occupazione direttamente sul territorio: è prevista infatti una struttura di appalti per individuare e separare tutte le opere preparatorie e complementari da quelle principali, assicurando così competitività anche alle imprese locali. La linea diventa una ‘linea di pianura’, adeguata agli standard europei e internazionali più avanzati, mentre la storica linea del Frejus potrà essere lasciata nella disponibilità del territorio. Poiché l’opera è parte integrante della rete trans-europea dei trasporti, potrà ottenere la massima percentuale di co-finanziamento comunitario, pari al 40% dell’importo complessivo. Nel corso della riunione si è infine confermato che, nella prossima riunione del Cipe, saranno stanziati i primi 20 milioni di euro di fondi di compensazione nell’ambito dell’intesa quadro con la Regione Piemonte”. Durante la riunione, inoltre, sono stati presi in esame tutti gli aspetti relativi alla sicurezza. Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha ribadito la linea della fermezza. “Non saranno consentite – spiega la nota – forme di illegalità e sarà contrastata ogni forma di violenza”.
Al termine dell’incontro Mario Monti in conferenza stampa ha ribadito che “ci sono state in particolare nei giorni scorse manifestazioni di protesta con forme di violenza. A questo riguardo vorrei essere molto chiaro: la libertà di espressione del pensiero è un bene fondamentale, lo Stato è impegnato a tutelare questo bene. Non saranno però consentite forme di illegalità e sarà contrastata ogni forma di violenza”. “I benefici economici – ha detto il premier – sono rilevanti, si dimezzano i tempi di percorrenza, si genera occupazione e lavoro sul posto e non solo. E’ un bene fondamentale” e quindi “lo Stato conferma il suo impegno”. “Il nostro Paese avverte un crescente disagio sociale soprattutto per i giovani che hanno difficoltà nel trovare lavoro. Risultato di un Paese che si stava progressivamente staccando dall’Europa con una decrescente competitività, con una difficoltà sempre maggiore di trovare spazio nell’economia internazionale e di creare buoni posti di lavoro per i giovani”, ha spiegato Monti chiedendosi: “Vogliamo noi lasciare andare dolcemente alla deriva, staccandosi dall’Europa questa nostra Penisola rendendo così sempre più difficile per l’economia italiana risalire, essere competitiva, creare posti di lavoro, consentire una maggiore equità e maggiore benessere sociale ed economico?”. La risposta è stata: “Non credo che vogliamo questo”. Il premier ha concluso spiegando che “molte manifestazioni di disagio sociale sparso un pò dappertutto troverebbero ragioni sempre più gravi in una economia che andasse alla deriva. O perdendo un aggancio all’Europa che deve essere anche fisico attraverso le infrastrutture di collegamento”.
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