Roma, 8 lug. (LaPresse) – Il gip di Palermo, Giuliano Castiglia non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero Antonino Di Matteo nel procedimento che vede indagato da otto anni il ministro delle politiche agricole Francesco Saverio Romano. E’ quindi scattata l’imputazine coatta, ora la Procura ha 20 giorni per formulare il capo d’accusa e chiedere il rinvio a giudizio.
“Il gip non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione anche se l’indagine era tecnicamente spirata nel novembre del 2007. Questi semplici ma inconfutabili dati dimostrano il corto circuito tra le istituzioni e dentro le istituzioni”. Così il ministro per le politiche agricole, Francesco Saverio Romano, commenta la mancata archiviazione decisa dalla Procura di Palermo. “Il fallimento del sistema giudiziario vive nella interminabile condizione che si riserva al cittadino Saverio Romano in un periodo di tempo che nella sua enorme dimensione rappresenta già una sanzione insopportabile anche se l’epilogo sarà quello da me auspicato” prosegue il ministro. “Del resto sarebbe di contro parimenti fallimentare un sistema della giustizia che ha lasciato operare per così tanto tempo un uomo politico che potrebbe aver commesso l’infamante reato di concorso con Cosa Nostra. Purtroppo ormai da quasi 20 anni il nostro Paese assiste ad uno spettacolare conflitto che in questi ultimi mesi all’approssimarsi della riforma giudiziaria si è acuito” aggiunge il ministro. “Sono addolorato e sconcertato; con questo provvedimento non viene chiesta solo la formulazione dell’imputazione per il sottoscritto ma vengono messe in discussione le conclusioni alle quali dopo lunghissimi approfondimenti era pervenuta la Procura di Palermo. Difenderò in ogni sede il mio nome, per me, per i miei familiari e per la comunità politica che rappresento” conclude Romano.
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