“L’inquinamento atmosferico nelle città italiane è sempre più emergenza“. Questo quanto emerge dai nuovi dati dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde Italia), l’Osservatorio mobilità urbana sostenibile promosso da Clean cities campaign e Kyoto club.
I risultati sul primo trimestre 2025 – spiegano i medici – mostrano “molte situazioni assai preoccupanti: per le polveri sottili le criticità sono sostanzialmente concentrate nella pianura padana; per quanto riguarda il biossido di azoto valori elevati sono stati rilevati anche in molte città del Sud, dove evidentemente pesano i problemi relativi alla mobilità, mentre un contributo significativo nelle città portuali è dato anche dal trasporto navale“. L’analisi mensile è iniziata da gennaio 2025 e riguarda 26 città italiane di 17 regioni. Il monitoraggio arriva dai rilevamenti delle stazioni dedicate alla qualità dell’aria gestite dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente (Arpa) che fanno parte del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa).
L’attività – viene spiegato – “potrà essere utile per sensibilizzare la popolazione e gli amministratori pubblici sui danni alla salute da inquinamento atmosferico”. Isde e altre associazioni presenti sul territorio in base all’andamento dei dati “agiranno nei confronti delle amministrazioni competenti affinché mettano a punto azioni idonee per la riduzione dell’inquinamento”.
L’inquinamento atmosferico è “il principale rischio ambientale per la salute pubblica in Europa e in Italia, in quanto responsabile dell’aumento di patologie respiratorie, cardiovascolari, metaboliche, neurologiche, oltre ad avere effetti negativi sulla salute riproduttiva e sullo sviluppo infantile”. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) “ogni anno nel mondo oltre 7 milioni di persone muoiono prematuramente a causa dell’aria inquinata mentre l’Agenzia europea dell’ambiente stima che solo nel nostro Paese l’esposizione agli inquinanti atmosferici provochi decine di migliaia di decessi prematuri all’anno“.
“L’inquinamento atmosferico rappresenta una vera e propria emergenza sanitaria – osservano Roberto Romizi, presidente Isde Italia e Paolo Bortolotti, responsabile progetto inquinamento dell’aria di Isde – è necessario ridurre subito le emissioni inquinanti attraverso politiche più ambiziose e coerenti con le raccomandazioni dell’Oms. Proteggere la salute delle persone e migliorare la qualità della vita nelle nostre città non è solo un obiettivo, ma un dovere civile e scientifico”.
“La recente seconda Conferenza mondiale su inquinamento atmosferico e salute, organizzata dall’Oms a Cartagena in Colombia dal 25 al 27 marzo 2025 – rileva Giovanni Viegi, medico pneumologo ed epidemiologo del Cnr – ha lanciato un appello ad agire per ridurre del 50% gli effetti avversi sulla salute entro il 2040. Per fare ciò, è necessario un impegno multisettoriale verso la prevenzione, coinvolgendo la pianificazione urbana (più aree verdi), il sistema dei trasporti (privilegiare tram e metro, biciclette), il sistema di produzione di energia (spazio alle rinnovabili)”.