(LaPresse) Niente crisi per il settore del riciclo. Le imprese della filiera dell’economia circolare continuano a viaggiare al ritmo di obiettivi ambiziosi nonostante la pandemia. E arrivano nel 2020 al 73% di tasso di riciclo dell’immesso al consumo, con un incremento del 3% rispetto all’anno prima. E’ l’istantanea scattata dal nuovo rapporto ‘L’Italia del riciclo’ promosso e realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircular (l’Unione delle imprese dell’economia circolare).
Green economy italiana da anni in crescita costante
Il ciclone Covid quindi non ferma, semmai ha soltanto “rallentato” in alcuni casi, la green economy italiana che – viene spiegato – “da anni registra una crescita costante”. Il riciclo degli imballaggi “si è mantenuto su un buon livello con circa 9,6 milioni di tonnellate avviate a recupero di materia; un dato stabile rispetto al 2019”.
I tassi di riciclo dei rifiuti da imballaggio si sono confermati “su soglie record: carta (87%), vetro (79%), plastica (49%), legno (62%), alluminio (69%), acciaio (80%)”. Ma le filiere dei Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee), veicoli fuori uso e pile “non centrano gli obiettivi: il tasso nazionale di raccolta dei Raee è stato del 38,4% dell’immesso al consumo (l’obiettivo è del 65% al 2019); per i veicoli fuori uso la percentuale di reimpiego e riciclo è dell’85% (l’obiettivo è del 95% al 2015); anche per pile e accumulatori il tasso di raccolta si è fermato al 43% (l’obiettivo è del 45% al 2016)”. Anche il calo dei consumi innescato dalla pandemia ha portato a “una generale contrazione dei quantitativi di oli minerali usati (meno 11% sul 2019) e di oli vegetali esausti (meno 12%) raccolti e avviati a riciclo; per gli oli minerali la è rimasta comunque al 46% (quasi il massimo)”.
In crescita la raccolta differenziata
I dati – agganciati però al 2019 – mettono in evidenza il trend in crescita per la raccolta differenziata della frazione organica a più 7,5%, e dei rifiuti tessili a più 8%. Anche la filiera degli inerti ha superato, con un anno di anticipo, il tasso di recupero di materia del 70% toccando la quota del 78%. Per quanto riguarda gli Pneumatici fuori uso (Pfu), si stima siano state avviate a recupero di materia 82.400 tonnellate e a recupero energetico 119mila tonnellate.
Le “ripercussioni pesanti” dell’emergenza sanitaria e sociale si sono avute “sulla riduzione degli sbocchi esteri e di quelli nazionali a causa della crisi di alcuni settori produttivi”, come per esempio “l’automotive e l’edilizia”.
“Nonostante lo shock determinato dalla pandemia – viene osservato nel rapporto – nel 2020 l’industria nazionale del riciclo ha confermato la sua posizione di avanguardia a livello europeo”. I flussi delle raccolte differenziate hanno “sostanzialmente tenuto”. Secondo le osservazioni del documento “per una reale transizione ecologica oggi servono semplificazione normativa e incentivi all’uso dei prodotti riciclati”. Con il Pnrr che costituisce “una preziosa occasione per colmare il gap impiantistico in alcune Regioni italiane, per favorire l’efficientamento di importanti settori, e per sviluppare nuovi processi di riciclo”.