È scaduto l’ultimatum dettato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump al suo omologo russo per arrivare a un accordo di cessate il fuoco in Ucraina, ma ciò che preme più a Trump è incontrare Vladimir Putin il prima possibile. Per questo avrebbe sondato, nel corso della telefonata avuta giovedì con la premier Giorgia Meloni, la disponibilità dell’Italia per ospitare a Roma l’incontro sulla guerra in Ucraina con Vladimir Putin e – forse – il leader ucraino Volodymyr Zelensky. La premier avrebbe accolto positivamente la richiesta, ma l’ipotesi sarebbe già tramontata per la contrarietà di Mosca, che considera l’Italia troppo schierata con Kiev. Infine l’annuncio dello stesso Trump: il faccia a faccia sarà il 15 agosto in Alaska.
L’avvertimento di Zelensky
E sabato mattina è arrivato l’avvertimento a Washington e Mosca di Volodymyr Zelensky. “L’Ucraina è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare la pace. Qualsiasi decisione contro di noi, qualsiasi decisione che non coinvolga l’Ucraina, è allo stesso tempo una decisione contro la pace. Non porterà a nulla. Sono decisioni nate morte. Sono decisioni impraticabili. E tutti abbiamo bisogno di una pace vera e autentica. Una pace che la gente rispetti”, le parole da Telegram del presidente ucraino. “Gli ucraini non regaleranno la loro terra all’occupante, la risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell’Ucraina. Nessuno si discosterà da questo, e nessuno potrà farlo”, ha aggiunto il leader di Kiev.
Secondo indiscrezioni, una bozza di piano tra Washington e Mosca sulla fine della guerra in Ucraina sarebbe già in fase di elaborazione in vista dell’incontro. La Russia acconsentirebbe di fermare gli attacchi e l’offensiva con la cessione da parte di Kiev dei territori attualmente occupati, ovvero l’intera area orientale del Donbass e la Crimea. Il premier polacco Donald Tusk, dopo una telefonata con Zelensky, ha avanzato la speranza, almeno, di “un congelamento del conflitto”, che già rappresenterebbe un passo avanti.
Intanto Putin ha tenuto conversazioni con i leader dei Paesi sostenitori della Russia: la Cina e l’India. In una telefonata con Xi Jinping, i leader hanno espresso reciproco sostegno che “non cambierà in nessuna circostanza”, mentre il presidente cinese ha lodato “il miglioramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti e il progresso verso una soluzione politica della crisi ucraina”. Putin ha poi sentito il premier indiano Narendra Modi che sui social ha fatto sapere: “Ho avuto un’ottima e approfondita conversazione con il mio amico. Lo ringrazio per aver condiviso gli ultimi sviluppi sull’Ucraina”. Sia Xi che Modi sono stati anche aggiornati dal leader del Cremlino sul suo incontro a Mosca con l’inviato speciale statunitense Steven Witkoff.