Srebrenica, Mattarella: “Emblema orrori in cui poteva sprofondare Europa”

Srebrenica, Mattarella: “Emblema orrori in cui poteva sprofondare Europa”
Sergio Mattarella, foto di archivio LaPresse

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 30esimo anniversario del genocidio di Srebrenica ha ricordato la strage perpetrata in Bosnia-Erzegovina dalle milizie serbo-bosniache del Generale Ratko Mladic in cui furono uccisi oltre 8mila civili bosniaci musulmani.  “Commemoriamo oggi il trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica. Una tragedia che, a dispetto delle migliori speranze, fu emblematica degli orrori indicibili in cui poteva sprofondare nuovamente l’Europa, sulla scorta di azioni che riprendevano l’orrendo vessillo della ‘pulizia etnica’ sotto il pretesto di affermazioni nazionalistiche, in un’area – i Balcani – caratterizzata da sempre dall’essere crogiolo di incontro e convivenza tra i popoli e le culture”, ha detto il Capo dello Stato.

Il Presidente: “Responsabilità collettiva, triste lezione contro atrocità

“La coscienza della comunità internazionale non è uscita indenne da quegli eventi che hanno lasciato in eredità la consapevolezza che esiste una responsabilità collettiva, che invoca l’intervento e la condanna dei popoli – ha proseguito Mattarella -.Una triste lezione che, al pari di altre, alimenta il dovere condiviso di prevenire e combattere simili atrocità e condannare con fermezza qualsiasi tentativo di riduzionismo o negazionismo. Lottare contro la diffusione di sentimenti d’odio è responsabilità di ciascuno e di ogni Paese”. 

Srebrenica, Mattarella: “Emblema orrori in cui poteva sprofondare Europa”
(AP Photo/Darko Bandic)


Associated Press / LaPresse

 Mattarella: “Triste stagione nazionalismi sia consegnata a storia

 “Attribuire disonore e infamia a intere popolazioni sarebbe errato: al contrario, si tratta di perseguire in ogni sede, a partire da quelle dei tribunali internazionali, una rigorosa e puntuale giustizia che sia terreno fertile per la riconciliazione e per un presente e un futuro di pace e fratellanza”, è il ragionamento del presidente della Repubblica, che poi chiede che “la triste stagione dei nazionalismi, foriera dei peggiori lutti del XX secolo, sia definitivamente consegnata alla storia”.

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