Migliaia di persone provenienti dalla Bosnia e da tutto il mondo si stanno raccogliendo a Srebrenica per commemorare il 30esimo anniversario del massacro avvenuto nel 1995, quando a Srebrenica furono uccisi oltre 8mila uomini e ragazzi musulmani bosniaci. Questo è stato riconosciuto come l’unico genocidio avvenuto in Europa dopo l’Olocausto. Sette vittime del massacro recentemente identificate, tra cui due uomini di 19 anni, saranno sepolte oggi in un funerale collettivo nel vasto cimitero in continua espansione vicino a Srebrenica, accanto alle oltre 6mila vittime già sepolte lì. Questi funerali si tengono ogni anno per le vittime che vengono man mano dissotterrate da decine di fosse comuni intorno alla città. I parenti delle vittime spesso possono seppellire solo resti parziali dei loro cari, visto che i corpi vengono spesso ritrovati in fosse comuni diverse, a volte distanti chilometri l’una dall’altra. È questo per esempio il caso di Mirzeta Karic, che aspettava di seppellire suo padre. “Trent’anni di ricerche e stiamo seppellendo un osso”, ha detto piangendo accanto alla bara del padre, avvolta in un telo verde secondo la tradizione islamica, “penso che per me sarebbe più facile se potessi seppellire tutto il suo corpo. Cosa posso dirvi, mio padre è uno dei 50 (uccisi) della mia famiglia”.
Srebrenica, cosa è accaduto l’11 luglio 1995
L’11 luglio 1995 è il giorno in cui iniziarono le uccisioni dopo che i combattenti serbo-bosniaci presero il controllo di Srebrenica, che durante la guerra era una zona protetta dalle Nazioni Unite. I serbo-bosniaci, guidati dal generale Ratko Mladic, separarono gli uomini e i ragazzi musulmani bosniaci dalle loro famiglie e li uccisero in pochi giorni. I corpi furono poi gettati in fosse comuni intorno a Srebrenica, che in seguito furono dissotterrate con bulldozer, spargendo i resti in altri luoghi di sepoltura per nascondere le prove dei crimini di guerra.
Il conflitto in Bosnia è scoppiato nel 1992, quando i serbi bosniaci presero le armi con l’obiettivo di creare un proprio Stato e, infine, di unirsi alla vicina Serbia. Più di 100mila persone furono uccise e milioni lasciarono le loro case prima che nel 1995 venisse raggiunto un accordo di pace mediato dagli Stati Uniti. La Bosnia rimane divisa etnicamente e sia i serbi bosniaci che la vicina Serbia rifiutano di riconoscere che il massacro di Srebrenica sia stato un genocidio, nonostante le sentenze di due tribunali delle Nazioni Unite. I leader politici e militari serbo-bosniaci Radovan Karadzic e Ratko Mladic, insieme a molti altri, sono stati condannati per genocidio. Il presidente populista serbo Aleksandar Vucic ha espresso le sue condoglianze su X definendo il massacro di Srebrenica un “crimine terribile”. Vucic ha aggiunto che “non possiamo cambiare il passato, ma dobbiamo cambiare il futuro”.
La risoluzione dell’Onu per commemorare Srebrenica
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato lo scorso anno una risoluzione per commemorare il genocidio di Srebrenica nell’anniversario dell’11 luglio. Decine di funzionari e dignitari internazionali sono attesi alle cerimonie commemorative e al funerale di oggi. Alla vigilia dell’anniversario è stata inaugurata una mostra che espone oggetti personali appartenuti alle vittime e ritrovati nel corso degli anni nelle fosse comuni.